Riforma del lavoro prioritaria per rendere l’Italia più attrattiva.
- Solo un intervistato su quattro ritiene adeguato l’attuale assetto legislativo in materia di politiche del lavoro
- Il 74% concorda che politiche del lavoro inefficienti penalizzino l'attrattività del Paese
- Tra le priorità: riduzione del cuneo fiscale, incremento dell'offerta formativa professionalizzante, semplificazione delle procedure amministrative per la gestione del personale e politiche per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro
Milano, 12 febbraio 2024. Il mondo del lavoro italiano è promosso per la qualità delle proprie produzioni, ma non ottiene la sufficienza in termini di capacità di innovazione, produttività del lavoro e competitività internazionale. È quanto emerge dall’indagine “Lavoro e attrattività, a che punto siamo in Italia?” realizzata da EY, insieme a SWG, su un campione di più di 500 manager e imprenditori italiani.
Sebbene i più recenti dati dell’Istat sull’andamento dell’occupazione in Italia registrino un aumento dell'occupazione, quasi la metà degli intervistati ha espresso dubbi sulla sostenibilità del sistema nel medio-lungo termine.
In particolare, il 76% ritiene che, piuttosto che alla quantità degli occupati, è necessario fare riferimento alla qualità del lavoro per progettare politiche del lavoro efficaci e il 70% dichiara che l’aumento dell'occupazione è legato soprattutto a posizioni poco qualificate e nasconde le grosse difficoltà che le aziende hanno a individuare personale qualificato.
Un tema quest’ultimo particolarmente spinoso, stando alla fotografia scattata da EY e SWG: tre aziende su quattro cercano o hanno cercato personale nell’ultimo anno e, nel complesso, il 62% ha riscontrato difficoltà legate in primo luogo (59%) alla mancanza di candidati adeguatamente qualificati. Circa il 70% del campione ritiene che oggi sia molto difficile reperire personale con qualifiche e competenze coerenti con le esigenze aziendali.