Dopo la crescita congiunturale (rispetto al mese precedente) registrato a dicembre (1,2%), l’indice della produzione industriale ha mostrato una contrazione dell’1,2% a gennaio 2024. Le industrie energivore come l’industria dei prodotti chimici, la metallurgia e l’industria della fornitura di energia, sono tra le più penalizzate dall’attuale situazione economica, soprattutto a causa dell’elevato prezzo dei beni energetici. L’andamento in calo dell’attività industriale in Italia è confermato anche dal minor consumo di energia registrato negli ultimi mesi, come evidenziato dall'indice IMICEI. Numerose sono le ragioni di queste prestazioni non positive: l’aumento del costo dell’energia, la debolezza dei principali partner commerciali come la Germania e le pressioni sulle catene di fornitura vissute negli ultimi anni.
Ulteriori criticità sono rappresentate dal maggiore costo del denaro (da dicembre 2019 a gennaio 2024 si sono registrati incrementi dei tassi di interesse bancari sui prestiti compresi tra i 2,5 punti percentuali e i 3,3 punti percentuali, superando i picchi raggiunti nel 2012), con un impatto negativo sulla domanda di beni e servizi da parte delle famiglie.
Nel mese di gennaio la variazione dell’indice dei prezzi al consumo ha registrato una leggera inversione rispetto all’andamento descritto nei mesi precedenti. L’inflazione ha infatti registrato un valore pari a 0,8%, superiore rispetto allo 0,6% di dicembre 2023, ma in ogni caso inferiore rispetto al target di stabilità dei prezzi (2%). La crescita del monte salari in termini reali negli ultimi trimestri (+ 2,9% al quarto trimestre del 2023 rispetto allo stesso trimestre del 2022) si traduce in una leggera ripresa del potere di acquisto delle famiglie, perso a causa dell’elevato tasso di inflazione negli ultimi anni, sostenendo così in parte i consumi. Allo stesso tempo, tuttavia, il risparmio accumulato durante il periodo della pandemia, che ha supportato in parte i consumi nei trimestri precedenti, è in via di esaurimento, riducendo così il suo contributo positivo.
In un contesto di elevati tassi di interesse che ancora scoraggiano consumi ed investimenti privati, le previsioni di EY evidenziano quanto l’impiego dei fondi del PNRR risulti decisivo per la crescita dell’Italia anche nel breve-medio periodo. Infatti, due simulazioni effettuate su possibili scenari di un impiego parziale dei fondi del PNRR evidenziano che:
- con un’implementazione del piano al 70% della stima delle risorse programmate per il 2024 e 90% al 2025, il PIL registrerebbe una crescita dello 0,3% nel 2024 ed una crescita dell’1,0% nel 2025. Ciò si tradurrebbe in una crescita cumulata al 2025 minore di 0,6 punti percentuali rispetto allo scenario base;
- con un’implementazione del piano al 50% per il 2024 e 70% per il 2025, l’economia italiana sperimenterebbe una crescita nulla (0,0%) nel 2024 e dello 0,8% nel 2025. Ciò si tradurrebbe in una crescita cumulata al 2025 minore di 1 punto percentuale rispetto alla baseline.