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Sostenibilità, produttività e innovazione: la strategia di EY per la transizione del settore alimentare italiano

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Crisi climatica e green deal europeo

Come tutti i settori industriali, anche l’agricoltura deve intraprendere un percorso verso la sostenibilità. Un’esigenza derivante dai limiti delle politiche agricole europee che per oltre 60 anni hanno incoraggiato modalità di coltivazione e allevamento intensivi per far fronte alla necessità di produrre cibo sufficiente per tutta la popolazione europea. Oggi, a causa dei gravi effetti della crisi climatica, l’Unione europea, attraverso il Green new deal, ha avviato una transizione verso un sistema produttivo maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Lo scenario italiano e le eccellenze enogastronomiche nazionali

In Italia, le caratteristiche geografiche e climatiche della penisola hanno prodotto un'agricoltura unica. Questo ha dato origine a prodotti diversi e distintivi (circa 300 denominazioni e 4.500 prodotti tradizionali) che contribuiscono a una straordinaria cultura enogastronomica che fornisce un contributo decisivo anche a livello di PIL. Per questo risulta strategico intraprendere con successo una transizione verso un sistema che sia più produttivo, ma anche più sostenibile. Il nostro Paese ha avviato una strategia nazionale per Politica Agricola Comune, ma c’è la necessita di elaborare una strategia organica e sinergica per trasformare in modo ancor più efficace il settore.

La proposta strategica di EY per la transizione del sistema alimentare italiano

Per far fronte a queste sfide, EY ha elaborato alcune proposte strategiche per valorizzare la cultura enogastronomica italiana, accrescere la produttività del settore agricolo in un’ottica orientata alla sostenibilità e all’innovazione. Le aree di intervento riguardano: 1) policy e governance 2) aggregazioni e sinergie della filiera 3) innovazione e competenze

1)     Policy e governance

 a)     Integrazione delle risorse del PNRR e del PNC, per dar vita a un insieme integrato di fonti di finanziamento e strumenti di policy, finalizzato a una trasformazione radicale del settore, incentrata sulla sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica e lo sviluppo rurale;

b)     Istituzione di un modello di governance che gestisca la complementarietà tra fondi e interventi, evitando sovrapposizioni, al fine di tenere conto dei bisogni reali dei soggetti coinvolti: Amministrazioni centrali, Regioni nonché aziende e associazioni di categoria.

2)     Aggregazioni e sinergie della filiera

a)     Valorizzazione della tipicità italiana, grazie alla messa in campo di azioni che promuovano i prodotti su mercati che ne remunerino al meglio il valore;

b)     soluzioni di sistema per rafforzare la collaborazione tra filiera e reti di aziende, operando una scelta sugli indirizzi produttivi più adatti che distribuisca al meglio il valore generato. Si veda il modello EY Value for food;

c)     Implementazione di una politica di prezzi chiari che aiutino il consumatore a riconoscere il costo delle esternalità negative ambientali e sociali e il prezzo pagato all'agricoltore.

3)     Innovazione e competenze

a)     Superamento dell'agricoltura intensiva senza sacrificare la produttività, utilizzando più efficacemente le risorse naturali senza esaurirle. Implementazione dell’agricoltura di precisione;

b)     Rafforzamento delle competenze per lo sviluppo del settore, soprattutto nei campi dell'innovazione tecnologica, della digitalizzazione, della transizione energetica e della sostenibilità

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Come tutti i settori industriali, anche l’agricoltura deve intraprendere un percorso verso la sostenibilità. Un’esigenza derivante dai limiti delle politiche agricole europee che per oltre 60 anni hanno incoraggiato modalità di coltivazione e allevamento intensivi per far fronte alla necessità di produrre cibo sufficiente per tutta la popolazione europea.