Cos’è il BIM e quali sono i vantaggi nell’uso di questo metodo
Il Building Information Modeling (BIM) è una metodologia di lavoro che permette di organizzare tutte le fasi di un progetto di costruzione, dalla progettazione alla realizzazione fino alla gestione, utilizzando un modello digitale. L'adozione del Building Information Modeling (BIM) può portare a numerosi vantaggi in particolare per le pubbliche amministrazioni (PA) italiane:
- Miglioramento della qualità e dell'efficienza dell'opera: migliore progettazione dell'opera contribuendo a ridurre gli errori e i difetti di costruzione, inoltre, utilizzando un modello digitale condiviso tra tutte le parti coinvolte, si ha un maggiore controllo sul progetto e si possono eseguire modifiche in tempo reale, riducendo il tempo e i costi di realizzazione.
- Trasparenza e controllo dei costi: stima più precisa dei costi di realizzazione dell'opera integrando tutte le informazioni di materiali, metodi di costruzione, ecc. Inoltre, grazie alla tracciabilità di tutte le modifiche al progetto, si ha una maggiore trasparenza nel processo di appalto e realizzazione dell'opera, creando un sistema di dati orientato al Decision Support System
- Riduzione dei tempi di realizzazione: miglioramento della comunicazione e della condivisione di informazioni tra le parti coinvolte, che può portare a una riduzione dei tempi di realizzazione dell'opera.
- Gestione e manutenzione post-costruzione: il BIM consente di avere una gestione più efficace del patrimonio edilizio una volta realizzato, in quanto oltre all'aspetto architettonico e strutturale, include anche informazioni relative a funzionalità, manutenzione, consumi energetici etc.
- Digital Twin: l’utilizzo di modelli di dati strutturati, propri del BIM, garantisce la realizzazione di una database consistente di informazioni così che possono essere utilizzate nelle fasi di manutenzione in collegamento con la sensoristica
- Sostenibilità ambientale: il BIM può supportare la progettazione di edifici sostenibili, facilitando l'analisi del ciclo di vita del materiale di costruzione e la gestione dei rifiuti di costruzione.
- Innovazione e digitalizzazione: l'adozione del BIM rappresenta un importante passo in avanti nel processo di digitalizzazione delle PA, contribuendo a migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.
- Interoperabilità: elemento fondamentale per l’adozione del BIM è la possibilità di permettere ai vari stakeholder di interfacciarsi tra di loro su una piattaforma aperta ed interoperabile, garantendo fruibilità del dato in tutta la filiera
L’obbligo normativo in Italia
In Italia, la diffusione del BIM nelle PA è stata incentivata dall'emanazione del decreto ministeriale 560/2017, che prevedeva l'obbligo e le modalità di utilizzo del BIM per gli appalti pubblici di lavori. Il nuovo codice appalti (dlgs 36/2023) conferma l’impostazione già data dal vecchio codice e il dm 312/2021: sarà obbligatorio procedere con modalità BIM per tutti gli appalti superiori a un milione di euro. L’art. 43 del nuovo codice appalti (dlgs 36/2023) stabilisce che a decorrere dal 1° gennaio 2025 le stazioni appaltanti e gli enti concedenti devono obbligatoriamente adottare strumentazione digitale adeguata. Sempre secondo il codice, le stazioni appaltanti, prima di intraprendere qualsiasi processo BIM per i singoli appalti, indipendentemente dalla fase progettuale e dal relativo valore delle opere, devono necessariamente:
- definire e attuare un piano di formazione specifica del personale;
- definire e attuare un piano di acquisizione e di manutenzione degli strumenti hardware e software BIM;
- adottare un atto di organizzazione per le procedure di controllo e gestione BIM;
- nominare le figure chiave:
- gestore dell’ambiente di condivisione dei dati;
- gestore dei processi digitali supportati da modelli informativi;
- coordinatore dei flussi informativi per ogni intervento all’interno della struttura di supporto al RUP;
- adottare un proprio ambiente di condivisione dati;
- rendere interoperabili i dati (se non soggetti a esigenze di riservatezza ovvero di sicurezza) con le banche dati della pubblica amministrazione;
- utilizzare modelli informativi orientati a oggetti (modelli interoperabili OpenBIM IFC) condivisi tra i partecipanti al progetto, alla costruzione e alla gestione;
- far riferimento alle norme internazionali UNI EN ISO 19650 e alle UNI 11337 e di conseguenza alle prassi di riferimento UNI per la certificazione di persone e sistemi;
- predisporre opportuni capitolati informativi.
La situazione attuale nelle Pubbliche Amministrazioni
Nonostante il decreto sia stato adottato e la scadenza per l’utilizzo obbligatorio del BIM sia imminente, le pubbliche amministrazioni non hanno ancora saputo dotarsi di figure chiave e di processi consistenti. Secondo il report "BIM E P.A.: uno sguardo sull'Italia" realizzato da Digital&BIM Italia - Forum PA e pubblicato nel 2020, il 57% delle pubbliche amministrazioni italiane dichiara di conoscere il BIM, di cui solo il 41% lo utilizza per la progettazione e solo il 18% per la gestione del patrimonio edilizio.
La ricerca, condotta su un campione di 103 enti pubblici, mostra che la maggior parte delle PA che non utilizzano il BIM citano come principale motivo la mancanza di competenze tecniche (42%). Inoltre, il 29% afferma di non avere risorse economiche sufficienti e il 27% ritengono insoddisfacenti gli aspetti normativi e legislativi.
Tra chi, invece, utilizza il BIM, la maggior parte (74%) utilizza software proprietari, mentre solo il 26% utilizza software open source. Tra i software più utilizzati ci sono Autodesk Revit (45%), Graphisoft ArchiCAD (17%) e Bentley Systems (12%). Nelle pubbliche amministrazioni che attualmente utilizzano il BIM, il 59% ritiene che il livello di digitalizzazione raggiunto sia sufficiente. Tuttavia, solo la metà delle PA ritiene di avere a disposizione le competenze necessarie per l'utilizzo del BIM.
Altro report degno di nota e più recente è quello realizzato da Assobim (associazione che riunisce operatori, software house e società pubbliche e private con lo scopo di rappresentare la filiera tecnologica del BIM) ed Antel (l’associazione che riunisce i tecnici degli enti Locali) di cui si riporta un riepilogo:
- Consapevolezza del BIM: Il report ha coinvolto un campione di tecnici, principalmente ingegneri, geometri e architetti impiegati comunali. Solo il 16,4% del campione non conosce la metodologia BIM. Tuttavia, solo un terzo degli intervistati ha partecipato a corsi di formazione specifici sul BIM, e quasi nessuno di essi possiede certificazioni in ambito BIM.
- Difficoltà di integrazione: Gli intervistati sono consapevoli dei vantaggi del BIM, ma segnalano una difficoltà nell’integrare questa metodologia nel quadro delle attività svolte dagli enti pubblici. Il 51,9% del campione evidenzia questa sfida.
- Utilizzo delle piattaforme BIM: L’80% degli intervistati segnala il mancato utilizzo di piattaforme BIM negli enti locali. Inoltre, l’85,7% degli intervistati ritiene che gli enti stessi non investano sufficientemente in piattaforme e software specializzati.
- Soluzioni proposte: Per migliorare la diffusione del BIM nella Pubblica Amministrazione, il report suggerisce quanto segue:
Secondo l’OICE, che da sei anni pubblica un report sullo stato del BIM in Italia, “siamo ancora in un mondo BIM “a due velocità” se è vero come è vero che il 75% del valore delle gare risulta emesso dalle 3/4 maggiori stazioni appaltanti italiane e che, nella quasi totalità dei bandi di gara sopra soglia, il BIM è al centro delle attenzioni dei committenti, sia come requisiti, sia come esperienze pregresse, sia ancora come elementi premiali dell’offerta”.