(Lo speech di Uljan Sharka)
Dopo una breve sessione di domande focalizzata sulle potenzialità e i rischi dell’AI e sui suoi limiti, oltre che sul suo potere trasformativo e sulla capacità di interazione tra uomo e macchina, la serata è proseguita con l’intervento di Uljan Sharka, fondatore e CEO di iGenius.
Il futuro è vecchio. The future is old. Con questa formula ossimorica Sharka ha aperto il suo speech, spiegando che la velocità del cambiamento è talmente elevata che porta spesso a smentire qualsiasi ipotesi sul futuro. iGenius, ha spiegato, nasce nel 2016 con l’obiettivo di risolvere la relazione uomo-macchina, provando a garantire l’uguaglianza digitale, per evitare che la tecnologia diventi un filtro e un limite invalicabile tra le persone e la realtà. Con un’ambizione democratizzare l’accesso ai dati e al mondo della conoscenza. Da questi presupposti iGenius: si è evoluta, diventando il primo unicorno dell’intelligenza artificiale in Italia, valutato un miliardo di euro.
“Nel nostro percorso, ha raccontato Sharka, abbiamo scommesso sul futuro dell’interfaccia utente, sulla la possibilità di chiudere il gap tra tecnici e non tecnici rispetto al dialogo con le macchine e nel corso del tempo ci siamo accorti che si trattava di una rivoluzione sociale più che tecnologica”. Perché, ha spiegato, la funzione dell’AI generativa è paragonabile all’invenzione della stampa anche se, di per sé, i LLM non sono strumenti complessi e non possono causare gli scenari apocalittici spesso paventati. Tuttavia, stanno causando una crisi esistenziale e sociale, perché stanno mettendo in discussione gli equilibri che si sono consolidati nel recente passato. In questo senso, l’intelligenza artificiale generativa può essere considerata come una bilancia a braccio: da un lato, l’innovazione che permette di reinventare numerosi modelli di business; dall’altro, democratizzando e orizzontalizzando la conoscenza, l’AI mette in discussione il modo di conoscere e lavorare, con degli impatti sociali sui diritti e la società. “Dal nostro punto di vista, ha chiosato, l’AI generativa avrà un impatto leggero, e anche gestibile rispetto all’occupazione e aprirà finestre di opportunità per competere in numerosi settori. Assisteremo a un cambiamento radicale nella società, ma i diritti umani non saranno negoziabili e prevarranno nel corso della vera implementazione che andrà oltre il rumore di sottofondo derivante dalla comunicazione”.
Una breve storia dell’AI e la sua dimensione oracolare