EY si riferisce all'organizzazione globale, e può riferirsi a una o più delle società membri di Ernst & Young Global Limited, ciascuna delle quali è un'entità legale separata. Ernst & Young Global Limited, una società britannica a responsabilità limitata, non fornisce servizi ai clienti.
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2022 anno record per il Venture Capital in Italia
Superato il traguardo dei due miliardi di euro di investimenti raccolti (+67,3% rispetto al 2021)
I punti di forza dell'ecosistema Venture Capital e Corporate Venture Capital
Per cercare di analizzare i diversi aspetti che sottendono alla crescita dell'ecosistema VC e al tempo stesso individuare i punti di forza su cui puntare per il futuro, sono intervenuti diversi esperti tra i quali Alessandra Luksch, Direttore Osservatorio Startup Intelligence, Politecnico di Milano che ha espresso la sua opinione sul fenomeno: “Gli investimenti corporate in startup stanno crescendo perché le imprese hanno compreso che tali realtà innovative rappresentano un partner duttile e flessibile, in grado sia di fornire tecnologia in maniera temporanea o continuativa, che di sviluppare nuovi modelli di business. Il nostro Osservatorio nel 2022 ha registrato 134,5 milioni di euro di investimenti per acquisizioni di quote di maggioranza. Molto è stato fatto anche a livello istituzionale, ad esempio con lo sblocco di fondi, come i CDP per supportare le imprese, senza dimenticare i finanziamenti diretti previsti dal PNRR. In questo scenario i Venture Capital possono avere un ruolo centrale negli investimenti per stimolare ulteriormente la crescita di questo comparto”.
Dunque, il mercato tech sta maturando e nel 2022 si registrano rilevanti interventi diretti di Corporate e Corporate Venture Capital, come nel caso degli investimenti di Poste Italiane in Scalapay e Bosch in Arduino. Tuttavia, c'è ancora molto da fare, come afferma anche Niccolò Sanarico, General Partner Primo Ventures: “Il mercato degli investimenti è ancora all'inizio e lato exit dà ancora pochi frutti. A tale proposito le IPO del settore tech sono in contrazione nel 2022 rispetto al 2021. Nel mercato M&A sono ancora poche le exit che riguardano startup nel portfolio di fondi italiani. Bisogna però sottolineare che le startup stesse non rappresentano l’unico target e lo sviluppo passa anche attraverso acquisizioni italiane all'estero”.
Startup e Scaleup come occasione di sviluppo del Paese
L'accelerazione delle giovani imprese si sta rivelando di importanza strategica per la crescita economica e tecnologica del Paese, questo anche grazie alla messa a terra di politiche pubbliche supportate da strumenti e interventi ad hoc che hanno permesso di creare un ecosistema composto da diversi attori: investitori pubblici e privati, aziende, università, istituti di ricerca. Ma come nasce e cresce il fenomeno delle startup innovative italiane? Secondo Danila De Stefano, CEO Unobravo: “Per creare una startup che funziona bisogna avere una conoscenza profonda del mercato e dei bisogni delle persone, che devono essere sempre al centro. In questo senso Unobravo, che fornisce servizi di consulenza psicologica online, ha avuto una forte crescita dopo il 2020 grazie al cambio di mentalità generale e di approccio ai servizi digitali maturato dopo il Covid. In tre anni abbiamo erogato oltre un milione di prestazioni e forti di questi numeri stiamo affrontando la sfida dell'internazionalizzazione. L'obiettivo è diventare la prima piattaforma di mental health a livello europeo”.
Una startup di successo, dunque, nasce da un'idea innovativa e geniale che soddisfi concretamente una necessità delle persone. È questo il caso di Arduino, realtà che a partire dall'invenzione di una piccola scheda elettronica per dispositivi automatici di controllo di oggetti di design, sviluppata da alcuni membri dell'Interaction Design Institute di Ivrea, nato su iniziativa di Olivetti, ha costruito in pochi anni un progetto open source con una piattaforma hardware da 40 milioni di visitatori, un'App scaricata da 45 milioni di utenti e device hi-tech che aggiungono intelligenza e connettività ai dispositivi delle aziende. Una realtà innovativa che ha inevitabilmente attratto investitori internazionali: “Nel 2022 abbiamo annunciato un round di investimento con investor come Bosch e fondi internazionali, un'importante iniezione di capitali per investire ulteriormente in ricerca e sviluppo. Ritengo che in Italia ci sia molto spazio per iniziative simili, con il venture capital si possono fare grandi cose”, sostiene Fabio Violante, CEO Arduino.
Anche nel caso di The Data Appeal Company, startup fondata nel 2014 nel mondo travel, si è avuta un'importante accelerazione a seguito di un round chiuso grazie a investitori stranieri, come racconta Mirko Lalli, CEO: “A partire dall'esperienza nel mondo travel, nel 2019 ci siamo riposizionati aprendoci ai settori fintech, banking e location intelligence la cui richiesta di dati è in deciso aumento. Un aumento che ci ha permesso di crescere del 60% nel 2020, nonostante le difficoltà del periodo della pandemia”.
Investor e VC funds: le nuove dinamiche di investimento
Analizzando i principali round del 2022 in Italia si conferma il ruolo trainante del Nord Italia sia per numero di operazioni che di valore degli investimenti, con la Lombardia in testa, seguita dal Piemonte. Anche la maggioranza degli investitori, sia CVC che VC, si concentra nell'area di Nord-Ovest e, ciò nonostante, larga parte delle startup e PMI innovative sono distribuite tra Centro e Sud del Paese. A sostegno di quanto affermato, Francesca Ottier, Senior Partner CDP Venture Capital SGR, dichiara: “Dal nostro osservatorio stiamo riscontrando un aumento dei fondi e degli investitori anche stranieri che guardano al Sud, ma anche che, nonostante il 25% delle startup innovative si trovi nelle regioni del Mezzogiorno, gli investimenti rappresentano appena il 3% del totale. Per creare un circolo virtuoso è necessario creare un ecosistema che sostenga la nascita e lo sviluppo delle startup con l'azione congiunta di tutti gli operatori istituzionali e investitori. Un altro tema centrale è la formazione delle competenze e della managerialità, che risultano strategiche per far crescere le startup e le scaleup anche in ottica di internazionalizzazione”.
Se i numeri complessivi raggiunti rappresentano un ottimo punto di partenza, quali sono le prospettive per il venture capital? Una risposta la fornisce Andrea Di Camillo, Founding Partner P101 SGR, società di venture capital che con il proprio programma 101 ha raccolto 150 milioni di euro per il nuovo fondo di venture capital: “Dove c'è innovazione vera e volontà di costruire realtà solide e durature la crisi economica non deve preoccupare. Il panorama da Nord a Sud è più maturo, ci sono maggiori probabilità di attirare capitali e investire in maniera proficua, anche in ottica di internazionalizzazione, per crescere anche al di fuori del contesto nazionale”.
Secondo Amedeo Giurazza, Founder e CEO di Vertis SGR, le priorità per il settore del Venture Capital sono due: “Prima di tutto servono nuovi operatori e nuovi fondi, oltre al CDP Venture Capital, penso soprattutto ai grandi gruppi assicurativi che stanno investendo all'estero, ma ancora poco in Italia. Secondo, il mercato del Venture Capital ha accelerato in questi ultimi anni, ma gli operatori non stanno andando alla stessa velocità ovvero mancano le competenze. Per questo motivo abbiamo lanciato il progetto UniVertis, un master post-laurea specialistico per analisti finanziari in Venture Capital e Private Equity con docenti operatori del mercato”.
Corporate venturing, un'opportunità per le grandi aziende
In una fase di crescita e innovazione risulta fondamentale essere parte attiva del cambiamento in atto e non farsi trascinare dagli eventi. Ciò significa anche mettere in pratica nuovi modelli di business e nuovi standard nel gestire ad esempio le infrastrutture. Come nel caso di Aeroporti di Roma che all'interno del Terminal 1 ha creato l'Innovation Hub, un incubatore dove le startup provenienti da tutto il mondo possono confrontarsi, sviluppare i propri progetti innovativi e condividerli con partner nazionali e internazionali. “Con Innovation Hub abbiamo sinora selezionato 10 startup la cui scalabilità dei progetti si apre a panorami più ampi con programmi innovativi all'interno di ecosistemi internazionali”, dichiara Giulio Ranucci, Head of Innovation & Digital, Aeroporti di Roma.
Uno dei settori dove la trasformazione è più evidente è l'energy. In questo contesto le grandi corporate stanno percorrendo nuove strade all'insegna dell'innovazione per creare prodotti e servizi ad elevato contenuto tecnologico. Un esempio emblematico in tal senso è rappresentato da Eniverse, corporate venture builder Eni, un veicolo di valorizzazione del proprio patrimonio di tecnologie e persone su cui puntare per affrontare la transizione energetica. “Eniverse prende spunto dalle competenze maturate da Eni per valorizzare innovazioni e tecnologie proprietarie anche tramite collaborazioni con startup, realtà tecnologiche e alleanze con partner strategici. Ad oggi abbiamo individuato 130 tecnologie proprietarie tra cui selezionare quelle a più elevato potenziale per la creazione di imprese”, afferma Giacomo Silvestri, Executive Chairman, Eniverse Venture.
Se nei primi 20 anni del secolo il mondo corporate ha contribuito al cambio di passo che sta avvenendo, cosa accadrà nei prossimi anni, specie dopo il 2026 ovvero oltre il PNRR e l'iniezione di fondi che saranno stati investiti? Secondo Salvo Mizzi, Director, Innovation Omnichannel Customer Engagement, Recordati Pharmaceuticals Italy | Chairman, WeSchool: “Il ruolo ultimo del Corporate Venturing è quello di accelerare la crescita e la sostituzione delle industry e dei Paesi che le contengono. Ma per sostenere un'economia trasformativa è necessario il capitale, per questo il Venture Capital sarà fondamentale per accelerare questo processo. Per i prossimi 5-10 anni dovremo individuare le industry che avranno a disposizione del capitale oltre il PNRR”.