Sustainability: a strategic opportunity but managers must focus on execution and trust

Estratto dell'intervista a Massimo Antonelli realizzata da Vito de Ceglia e pubblicata su Affari & Finanza - La Repubblica del 31.01

La sostenibilità è fatta di opportunità e sfide economiche e sociali. Serviranno aiuti per accompagnare la fase di passaggio, ma l'Italia può contare su circa 248 miliardi di euro del Pnrr, di cui 68,6 miliardi destinati alla transizione ecologica. Una partita su cui il Paese si gioca futuro e credibilità e dove tutti, a partire dai leader d'azienda, abbiamo la responsabilità di iniettare fiducia nel sistema. 

Ad esempio il nostro Paese oggi è al 13° posto a livello globale nella classifica EY sull'attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, 2 posizioni in più rispetto allo scorso maggio. Siamo messi bene, ma possiamo fare meglio. Le risorse del Pnrr sono l'acceleratore che abbiamo a disposizione: tutto gira intorno all'execution, cioè obiettivi e tempi certi per eseguire i progetti del Pnrr. Ma serve stabilità politica per governare il processo, la stessa che abbiamo avuto nell'ultimo anno.

Osserviamo in questo momento di grande trasformazione un'attenzione sempre maggiore da parte delle aziende su questi temi che si sta traducendo in percorsi ambiziosi, strutturati e corredati da obiettivi concreti e misurabili sul lungo periodo. Dalle analisi EY emerge che più della metà delle aziende italiane ha sviluppato un piano di sostenibilità, ma solo una parte di queste lo ha strutturato con target quantitativi o lo hanno definito con le relative tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi. È qui che si deve migliorare, e torniamo all'importanza dell'execution.

Quello che mi rende ottimista è che questa trasformazione è ormai trasversale, tocca tutti i settori e non riguarda solo la transizione energetica ma i modelli di business delle imprese: è finito il momento di avere solo una strategia ed una comunicazione di sostenibilità. Bisogna intendere la trasformazione a 360 gradi, anche perché le aspettative degli stakeholder sono sempre più alte. 

Il consumatore oggi è il king maker. Pensiamo a settori come il consumer o l'automotive dove consumatori influiscono sulle strategie aziendali prima che lo facciano le leggi, con scelte e comportamenti d'acquisto sempre più sofisticati. Tuttavia, anche in questo caso, esiste spesso un problema di comunicazione: è essenziale spiegare bene al consumatore perché la sostenibilità ha un costo e perché deve pagarla. L'impegno è ancora più gravoso alla luce della crisi pandemica. 

Per una società di consulenza, fino a 5 o 6 anni probabilmente non sarebbe stata la priorità. Oggi, siamo una delle prime organizzazioni di servizi professionali ad essere diventata carbon negative, ovvero capace di ridurre e compensare le proprie emissioni. Un passo importante verso l'ambizione di essere net zero entro il 2025. In più, dal prossimo marzo saremo parte di un grande progetto di riqualificazione territoriale in diversi paesi europei. Solo in Italia ci siamo impegnati a piantare 6.600 alberi che simbolicamente rappresentano tutti i nostri dipendenti.

In che modo il "carbon negative" può avere un impatto positivo per il nostro pianeta?

Per aiutare a costruire un better working world, EY sarà carbon negative nel 2021 e net zero entro il 2025.


About this article

Summary

Osserviamo in questo momento di grande trasformazione un’attenzione sempre maggiore da parte delle aziende, delle persone e dei Paesi (non solo l’Italia o l’Europa) ai temi di sostenibilità, che si sta sempre più traducendo in percorsi ambiziosi, strutturati e corredati da obiettivi concreti e misurabili sul lungo periodo.