Durante la terza tappa del Roadshow a Napoli sono stati premiati tre imprenditori campani che si sono distinti per i loro valori e il loro contributo, non solo in ambito locale ma anche alla società:
- Mirko De Falco, CEO di Farvima Medicinali S.p.A., premiato “per l'implementazione di avanzate soluzioni digitali volte a migliorare l'esperienza del paziente ponendo le persone al centro, e per l'investimento in innovazione tecnologica volto alla realizzazione di una logistica 4.0 con benefici senza precedenti, consentendo un'espansione e posizionamento di successo”.
- Vittorio Genna, Co-Fondatore e Vice Presidente di ALA S.p.A., premiato “per la capacità di innovarsi costantemente e distinguersi in mercati internazionali e strategici posizionandosi come partner unico di riferimento per la gestione e distribuzione di soluzioni ingegneristiche ad alte prestazioni”.
- Giancarlo Fimiani, CEO di R-Store S.p.a., premiato “per la capacità di espandere il proprio business, grazie ad una strategia aziendale solida che integra innovazione tecnologica e attenzione alla sostenibilità, generando valore e crescita per il territorio oltre a mantenere un vantaggio competitivo sia a livello nazionale che internazionale”.In occasione dell’evento, inoltre, è stata presentata la nuova edizione dell’EY Italian Macroeconomic Bulletin, che ha approfondito il contesto economico delle macroregioni italiane (Nord, Centro e Mezzogiorno).
Andamento economico delle macroregioni d’Italia
Il Macroeconomic Bulletin di EY evidenzia una crescita economica disomogenea tra le macroregioni italiane. Se da un lato il Nord e il Mezzogiorno nel 2022 hanno superato i livelli di PIL del 2019 (rispettivamente del 3,6% e del 2,6%), dall’altro il Centro si è allineato ai valori pre-pandemia con un modesto incremento dello 0,3%. La pandemia ha avuto impatti diversi, con il Centro che ha subito la contrazione maggiore (-9,7 punti percentuali), seguito da Nord (-8,4 p.p.) e Mezzogiorno (-8 p.p.).
Struttura settoriale delle macroregioni
La struttura settoriale delle economie delle macroregioni mostra delle importanti differenze. Si pensi che al Nord l’industria (escluse le costruzioni) rappresenta circa il 23% del valore aggiunto, al Sud il 12%. Le difficoltà del comparto industriale dovute alle dinamiche geopolitiche rischiano quindi di avere un impatto asimmetrico. Il Mezzogiorno, in particolare, mostra segnali di sviluppo promettenti registrando, tra il 2019 e il 2022, una crescita del 28% nel settore delle costruzioni, la più alta tra tutte le macroregioni (media Italia 25%). Dall’altro il settore dell’industria si mostra debole specialmente al Centro e nel Mezzogiorno, con una riduzione rispettivamente dell’1,5% e 2,1%. Rimane, invece, più dinamico il settore dei servizi, che costituisce tra il 70% e il 78% del totale dell'economia, con una crescita al Nord e nel Mezzogiorno rispettivamente del 3,3% e 2,1%, a cui si accompagna una contrazione nel Centro (-0,2%).
Andamento delle esportazioni
Un ulteriore fattore di differenziazione tra le economie delle macroregioni d’Italia negli ultimi trimestri è dato dall’andamento delle esportazioni. Dopo il recupero e la crescita post-pandemia, le esportazioni mostrano un andamento sostanzialmente stabile o leggermente in calo al Nord e al Centro (con una crescita rispettivamente di circa il 26% ed il 28% nel primo trimestre del 2024 rispetto al valore medio trimestrale del 2019), mentre mostrano un maggiore dinamismo nel Mezzogiorno (crescita di circa il 38%), con la Campania in testa (circa il 74%), per un valore complessivo delle esportazioni di circa 5,38 miliardi di euro. Il Mezzogiorno si mostra, quindi, particolarmente dinamico nel commercio con l’estero, con una crescita del valore delle esportazioni nel primo trimestre del 2024 rispetto al 2019 di circa il 38% rispetto al 29% medio italiano. Tra il 2019 ed il primo trimestre 2024 le regioni del Mezzogiorno sono quelle più performanti in termini di crescita del valore delle esportazioni, anche se rappresentano ancora solo l’11% del totale delle esportazioni del Paese (il Nord rappresenta il 70% dell’export).
Il nodo della produttività
La produttività del lavoro rimane da anni un fattore discriminante a svantaggio del Mezzogiorno, mostrando dei valori inferiori alla media italiana (nel 2021, 32 euro di valore aggiunto per ora lavorata nel Mezzogiorno, contro i 39 della media nazionale), con l’unica eccezione del settore dell’amministrazione pubblica e della difesa. Il gap tra le regioni del Mezzogiorno ed il resto dell’Italia si configura come strutturale, evidenziando la necessità di maggiori investimenti produttivi.
Start-Up e PMI Innovative
Un fattore che può aiutare a chiudere il gap di produttività è la capacità di investire in ricerca e sviluppo, anche grazie alla presenza di imprese innovative. Il Mezzogiorno, negli ultimi anni, sta diventando un territorio di riferimento per le start-up italiane, grazie anche ai numerosi centri di eccellenza e distretti industriali che ospita. Nel 2023 il Mezzogiorno ha ospitato il 28% delle start-up e PMI innovative italiane, con circa 4.500 imprese, contro il 50% del Nord (circa 8000 imprese). Se in termini assoluti, quindi, il Mezzogiorno non può considerarsi prima regione per numero di start-up ed imprese innovative, le regioni del Mezzogiorno ricoprono invece un ruolo di primo piano se si rapporta il numero di queste organizzazioni sul numero di occupati e sul valore aggiunto. In particolare, la Campania, la Puglia e la Sicilia emergono come regioni di eccellenza, ospitando distretti aerospaziali, farmaceutici, meccatronici e ICT.
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