L’indagine evidenza anche aree di miglioramento e su cui intervenire nel breve termine. A questo proposito, nonostante il 64% delle aziende abbia modificato le proprie procedure di procurement per renderle più sostenibili, tra le aziende che hanno formalizzato i propri impegni riguardo la catena di fornitura (56%), solamente il 4% ha adottato una policy specifica sul tema del procurement sostenibile. Inoltre, soltanto il 5% delle aziende ha individuato la sostenibilità della propria catena di fornitura come principale area di miglioramento, contro il 71% che ha dichiarato di voler concentrarsi sulla riduzione delle emissioni di CO2.
In molti settori la maggior parte delle emissioni di gas serra passa attraverso la catena di fornitura che pertanto dovrebbe essere considerata un’area prioritaria su cui intervenire, anche in considerazione delle nuove direttive europee relative alla rendicontazione delle performance di sostenibilità (CSRD) e ai rischi nella catena di fornitura (CSDDD) che richiederanno di misurare gli impatti lungo l’intera catena del valore e di sviluppare piani strategici contenenti le misure predisposte per mitigarli. Tuttavia, i dati indicano che solamente l’8% delle aziende abbia previsto degli obiettivi di riduzione delle emissioni che riguardino anche la catena di fornitura.
Nel complesso, i risultati dell’indagine indicano come il procurement sostenibile sia in grado di contribuire alla decarbonizzazione non solo delle grandi aziende ma anche delle PMI. Infatti, le catene di fornitura delle grandi aziende italiane che allocano risorse per la messa in atto di programmi di procurement sostenibile sono formate per lo più da PMI, che nell’ambito dell’Unione Europea rappresentano il 99,7% delle aziende e che hanno un’impronta ecologica pari al 70% dell’inquinamento industriale europeo.
Anche secondo quanto emerso dalla presente indagine, più aziende intervistate hanno dichiarato di avere una base fornitori composta per lo più da aziende di piccole e medie dimensioni, con percentuali che variano tra il 70 e l’80%, evidenziando le criticità legate al coinvolgimento delle stesse in programmi e iniziative di sviluppo sostenibile. Gli incentivi rivolti ad aziende di piccole e medie dimensioni ricoprono dunque un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni generate dal sistema imprenditoriale del Paese.
[1] Fonte: Studio EY Seize the change 2023