Managing Partner Strategy and Transactions di EY in ItaliaNonostante questi timori, i CEO – e in particolar modo quelli italiani - stanno elaborando strategie di investimento per massimizzare i vantaggi attuali e futuri che l’IA può apportare al loro business e l’allocazione del capitale si sta focalizzando su queste nuove tecnologie. Il 64% dei CEO italiani (contro il 43% a livello globale) ha già mostrato consapevolezza sulla necessità di integrare l’IA nella loro offerta di prodotti e servizi, investendo attivamente – principalmente attraverso strategie organiche di sviluppo interno – nell’innovazione guidata dall’IA.
Strategia di allocazione del capitale, progetti di trasformazione e creazione di valore
Nei prossimi 12 mesi i manager italiani perseguiranno una strategia di allocazione del capitale destinata perlopiù a favorire la crescita organica (34%, contro il 25% a livello global), mantenere una riserva di liquidità per opportunità future o sfide inaspettate (28%, contro il 29% a livello global), perseguire fusioni e acquisizioni (24%, contro il 26% a livello global). Solo il 14% (contro il 20% a livello global) degli intervistati in Italia ha evidenziato l’intenzione di proseguire con azioni volte al riacquisto di azioni proprie o alla erogazione di dividendi per remunerare gli azionisti.
Facendo leva su crescita organica e operazioni di M&A, le aziende italiane puntano in primo luogo a migliorare le proprie capacità tecnologiche e d’innovazione (28%), espandersi in nuovi mercati o aree geografiche (24%), lanciare nuovi prodotti e servizi o migliorare quelli esistenti (18%).
Il complesso contesto geopolitico sta mettendo in crisi alcuni equilibri consolidati nel tempo; per le aziende questo vuol dire, ad esempio, ridefinire i mercati target in cui operare, riorganizzare gli approvvigionamenti di materie prime e prodotti e affrontare nuove sfide tecnologiche. I manager hanno ben compreso che per accelerare in queste direzioni la leva transazionale è importante; infatti il 90% dei CEO italiani intende utilizzarla, anche se prevale, in questa fase di mercato caratterizzata da tassi elevati, alti costi della liquidità e incertezze valutative, l’intenzione di ricorrere alle JV e alle alleanze strategiche, rispetto alla tradizionale attività M&A. Ad ogni modo, questa rimane per molti manager l’opzione da percorrere specie quando si vuole accelerare il riposizionamento su mercati geografici target. È infatti molto interessante notare come, nonostante uno scenario transazionale che vede a livello globale e in Europa un sostanziale freno dell’attività, le aziende italiane stanno continuando a perseguire attività M&A a livello internazionale, acquistando asset su mercati non domestici. Nei primi nove mesi del 2023 sono circa 160 le operazioni che hanno visto come acquirente aziende italiane e come target aziende estere, con un controvalore investito superiore a 11 miliardi di euro, in crescita di circa il 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato in controtendenza che testimonia la vitalità del nostro sistema produttivo
Marco Daviddi
Managing Partner Strategy and Transactions di EY in Italia