Crescono la percezione che una azienda al femminile possa essere più efficace nel raggiungimento dei propri obiettivi e la consapevolezza da parte delle lavoratrici delle condizioni di discriminazione ancora presenti sul mondo del lavoro. Ciò si traduce in un peggioramento della percezione che le lavoratrici e le dirigenti hanno dei servizi di promozione dell’equità di genere presenti nella propria realtà lavorativa: la quota di donne che ritiene che nella propria azienda siano favoriti i congedi parentali per gli uomini e siano promosse la formazione e la crescita professionale delle donne è in calo rispettivamente di 9 e 8 punti percentuali.
Sul fronte maschile, invece, i dirigenti, tendono a ritenere presenti servizi per la promozione dell’equità di genere in misura più che doppia rispetto alle dirigenti donne: il 58% degli uomini ritiene che in azienda sia presente una struttura che si occupa dell’inclusione delle donne, contro il 23% delle dirigenti.
Infine, aumenta la percentuale di donne che ritiene che non sarà mai raggiunto un equilibrio di genere nei ruoli direttivi (dal 16 al 23%), mentre si attesta al 68% la percentuale di dirigenti uomini (contro il 32% delle donne) che ritiene che l’equilibrio sarà raggiunto entro i prossimi 10 anni. In crescita anche la percentuale di dirigenti (sia uomini sia donne) che ritiene la promozione di più donne in posizione di leadership sia un impegno da assumersi, ma non una priorità (46% delle donne vs 36% del 2022; 60% degli uomini vs 49% dello scorso anno).