Il primo semestre del 2022 ha visto protagonisti i settori tradizionali del made in Italy, ossia prodotti industriali (settore del 24,9% delle società target acquisite nel periodo) e beni di consumo (12,7%). In linea con lo scorso anno, l’interesse per l’area technology (15,4%) si è mantenuto elevato, in particolare per i comparti software e cybersecurity.
Il ruolo dei fondi di Private Equity e dei fondi focalizzati su infrastrutture ed energia, soprattutto esteri, si è mantenuto prominente nel corso della prima metà del 2022, tanto che poco meno di un’acquisizione su 3 in Italia è stata realizzata da questi operatori. Con 112 operazioni all’attivo (erano 106 del primo semestre del 2021), il valore complessivo di acquisizione ha raggiunto 17,8 miliardi di euro, inferiore rispetto ai 26,9 miliardi di euro del 2021, ma di gran lunga superiore alla media registrata nel periodo pre-pandemia. L’attività di exit delle società in portafoglio è tra i fattori di maggior traino dell’attività M&A per il nuovo anno: attraverso una strategia di crescita per acquisizioni, spesso realizzate in più Paesi europei, i fondi d’investimento sono stati in grado di replicare i modelli di business in altre aree geografiche e di ampliare l’offerta di prodotti e servizi delle società dei distretti industriali italiani (dall’agroalimentare ai componenti industriali e alle società di software), supportando stabilità e crescita anche in un periodo di incertezza.