Inquadramento dei principali distretti produttivi nel Lazio
Nonostante gli anni di emergenza pandemica che hanno fortemente impattato le imprese della regione, i dati della ricerca EY-Luiss Business School indicano un buon livello di resilienza di quei settori del tessuto economico-produttivo regionale che si contraddistinguono per il forte carattere innovativo e per la presenza di distretti industriali e tecnologici in ambito farmaceutico, ICT (information and communications technology), aerospaziale, artigianato, automotive e agroalimentare. Questi si concentrano, in particolare, in 13 poli territoriali[1] in cui si produce gran parte del valore aggiunto regionale.
Con riferimento alla provincia di Roma, in cui è localizzato circa l’82% di tutte le imprese attive regionali (circa 450 mila[2]), i dati indicano come nel 2021 ci sia stato un calo delle imprese registrate (-8%) e delle imprese attive (-6,5%) rispetto al 2020[3]. Questi valori si mantengono tuttavia stabili nel primo trimestre del 2022 con timidi segnali di ripresa (rispettivamente +0,2% e +0,3%) e anche i dati sulle esportazioni dei distretti forniscono una fotografia in miglioramento per quanto attiene all’anno scorso, segnale che le imprese stanno reagendo e superando l’impatto della crisi pandemica.
Ripresa economica e ruolo del PNRR
Per puntare a una crescita strutturale e sostenibile nel tempo, risulta necessario sfruttare appieno l’occasione data dal PNRR per il rilancio di questi distretti e dei settori produttivi in chiave digitale, sociale ed ecosostenibile. A questo proposito, per il primo semestre 2022 sono previsti 45 interventi, di cui 15 riforme e 30 investimenti. I 45 traguardi e obiettivi da conseguire in questo periodo riguardano per il 60% obiettivi della missione intitolata “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” (13 obiettivi previsti) e della “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (previsti 14). Quelli della missione “Inclusione e coesione” sono più contenuti e corrispondono a 4.
La regione Lazio ha strutturato un piano ambizioso (Next Generation Lazio) per l’utilizzo dei fondi comunitari che prevede investimenti per circa 17 miliardi di euro per 41 progetti da implementare tra il 2022 e il 2026 in tre aree strategiche: modernizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale[4].
Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo
Quello della modernizzazione è il pilastro cui è destinata la maggior parte dei fondi (41%) e prevede grandi investimenti nelle infrastrutture digitali, nell’innovazione delle imprese e della pubblica amministrazione. Con riferimento agli investimenti in digitalizzazione e innovazione del sistema produttivo previsti nell’ambito del PNRR, i settori considerati decisivi centrali all’interno del piano di investimenti sono: aerospazio, industrie creative e digitali, sicurezza.
Nel percorso verso la transizione digitale, il Lazio è una delle sette regioni più virtuose d’Italia affermandosi come “strong innovator” secondo la fotografia fornita a livello europeo[5] e la terza regione del Paese per livello di digitalizzazione dietro a Lombardia ed Emilia-Romagna[6] dove risultati significativi si registrano sull’adeguatezza dell’infrastruttura digitale e sulle competenze del capitale umano. Per quanto attiene all’integrazione delle soluzioni digitali nel mondo aziendale, la regione ha ancora margine di miglioramento e si tratta di un aspetto decisivo per la crescita del tessuto produttivo.
Di conseguenza, l’impegno delle risorse del PNRR deve essere mirato proprio ad una maggiore integrazione delle tecnologie digitali, come big data, cloud computing, intelligenza artificiale, nel sistema aziendale. I primi passi sono già stati mossi dal Lazio che ha elaborato la propria strategia nel documento di programmazione unitaria 2021-2027 nell’ambito della Smart Specialisation Strategy (S3).
Green economy tra obiettivi e sfide future
Un tema centrale nella pianificazione degli investimenti regionali è rappresentato dalla green economy. Il PNRR ha stanziato circa 59 miliardi per progetti legati all’agricoltura sostenibile, alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica degli edifici, alla tutela del territorio e delle risorse idriche. Già prima della pandemia, il Lazio aveva strutturato un piano ambizioso relativo alla transizione ecologica che aveva messo, nell’ambito della strategia 2014-2020, 100 milioni a disposizione delle imprese per un totale di 386 progetti finanziati. Tra gli altri, diversi progetti riguardano aspetti innovativi che possono facilitare la reindustrializzazione del territorio regionale: la bioedilizia, la smart mobility e l’economia circolare. Più nello specifico, la Strategia regionale di sviluppo sostenibile della regione ha definito come obiettivo principale quello di limitare l’uso di fonti fossili per ridurre le emissioni climalteranti, rispetto al 1990, del 37% al 2030 e dell’80% al 2050. La strategia regionale prevede al 2050 la decarbonizzazione del 89% nel settore civile, del 84% nella produzione di energia elettrica e del 67% nel settore trasporti[7].
A dimostrazione dell’impegno della regione su temi volti a incoraggiare la creazione di soluzioni innovative per le aziende nell’ambito della transizione energetica, il Lazio è da anni partner di SCREEN, un progetto di economia circolare sviluppato in collaborazione con altre 17 regioni europee con cui si puntano a condividere best practice e progetti cofinanziati. Altri progetti sono portati avanti con l’obiettivo di promuovere processi di innovazione bottom-up attraverso il finanziamento di startup innovative.
In sintesi, l’economia circolare rappresenta uno dei motori dell’innovazione del Lazio già da tempo e i fondi del PNRR rappresentano una spinta decisiva per accelerare e rafforzare il processo di transizione verde. La sfida futura sarà quella di legare ai progetti di innovazione green anche quelli di innovazione digitale al fine di creare sinergie e rendere più efficienti i progetti di innovazione delle aziende laziali al fine di creare le condizioni migliori per attrarre nuovi investimenti e dare nuova spinta alle aziende piccole e grandi già presenti sul territorio.
Inclusione sociale: mercato del lavoro, sanità e terzo settore
Il tema dell’inclusione sociale è alla base dello sviluppo economico e sociale di qualsiasi territorio e, per quanto riguarda nello specifico alla regione Lazio, si declina principalmente su tre assi: il rafforzamento nel mercato del lavoro di una più ampia integrazione educativa e formativa, l’evoluzione della sanità territoriale e infine lo sviluppo del terzo settore.
Inquadrando in maniera generale il mercato nel lavoro nella regione, si rileva nel corso degli ultimi anni un processo di ristrutturazione che ha interessato diversi settori dell’economia con conseguenze anche sul mercato del lavoro. Un fenomeno sempre più centrale per il rafforzamento del mercato del lavoro è rappresentato dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Nel Lazio ammonta al 26% la quota delle entrate di difficile reperimento: un dato migliore della media nazionale (34%), ma in costante aumento (nel 2019 si attestava al 21%). Questa percentuale sale al 35% nel caso dei profili “green”, ossia con competenze specifiche in ambito ambientale (41% Italia). In generale, il difficile reperimento è legato sia alla mancanza dei profili ricercati sia all’inadeguata preparazione dei canditati. I settori regionali con maggiori difficoltà di reperimento sono la meccatronica, la metallurgia, l’elettromedicale, l’ICT e le costruzioni.
Nell’ambito delle opportunità offerte dal PNRR, la regione Lazio ha approvato il Piano di Attuazione Regionale (PAR) del Programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL). Questo programma ha la funzione di attuare nella regione una milestone prevista dal PNRR per raggiungere 57.120 beneficiari potenziali entro dicembre 2022, di cui 15.232 coinvolti in attività di formazione. Di questi ultimi, inoltre, 5.712 saranno coinvolti in formazione per il rafforzamento delle competenze digitali[8]. L’obiettivo generale è dunque di contribuire a riformare alcuni aspetti essenziali del funzionamento del sistema delle politiche attive del lavoro, in un contesto segnato dagli effetti dei processi di transizione digitale e tecnologica dei sistemi produttivi.
In ambito invece sanitario, la regione presenta un eventuale modello emergente di cure territoriali che, anche durante il periodo emergenziale di pandemia, ha dimostrato una rapida crescita in termini di capacità ed efficienza, seppure la regione presenti un’organizzazione ad oggi non ancora del tutto consolidata. A inizio anno il Lazio ha programmato l’utilizzo dei fondi stanziati per il miglioramento e lo sviluppo della sanità regionale. Gli investimenti programmati, per un volume finanziario pari a 550 milioni, puntano a rendere più efficiente la risposta dei servizi alle esigenze dei cittadini attraverso il potenziamento dell’assistenza territoriale, di cui sarà ampliata l’offerta su tutto il territorio regionale. Questo anche grazie l’acquisizione di moderne tecnologie sanitarie che, oltre ad offrire un miglioramento dell’assistenza, permetteranno di avvicinare i servizi sanitari ai cittadini con lo sviluppo della telemedicina e degli strumenti per la sanità digitale (125 milioni sono interamente dedicati alla digitalizzazione degli ospedali della regione)[9]. Il rafforzamento dei servizi sanitari nel territorio si realizzerà in modo particolare con lo sviluppo e l’implementazione di 135 Case della Comunità (o Case della Salute), 59 Centrali Operative Territoriali (COT) e 36 Ospedali di Comunità.
Nella regione il terzo settore è costituito da circa 5.000 organizzazioni di diritto privato volte alla produzione di beni e servizi a destinazione pubblica o collettiva, con finalità di aiuto e assistenza. Le attività del PNRR sui temi dell’inclusione e coesione sono state in parte avviate all’inizio del 2022 rappresentando un esempio di decisioni su “attività di interesse generale” che riguardano direttamente le persone e in cui risulta centrale l’attivazione di percorsi di amministrazione condivisa tra Enti pubblici ed Enti di terzo settore. Un importante Avviso pubblico – della prima metà del 2022 – ha previsto anche per la regione Lazio investimenti in tre macroaree prioritarie già definite dal PNRR: sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti; percorsi di autonomia per persone con disabilità; housing temporaneo e Stazioni di posta per le persone senza dimora[10].
Iniziative EY sull’imprenditoria
Nell’ambito delle iniziative che EY Private organizza sul tema dell’imprenditoria, anche quest’anno si terrà la cerimonia di premiazione della XXV edizione del Premio EY L'Imprenditore dell'anno®, il riconoscimento con cui dal 1997 EY premia[11] l’impegno e la capacità imprenditoriale di chi si distingue, contribuendo alla crescita del tessuto economico e sociale italiano.
[1] I distretti territoriali sono quelli di: Roma, Civita Castellana, Latina, Frosinone-Sora, Castelli Romani, Bretella Nord, Pomezia-Santa Palomba, Sud Pontino, Litorale Nord, Cassino, Rieti Cittaducale, Bretella Sud, Fiano Romano
[2] Dati Istat (http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DICA_ASIAUE1P)
[3] Camera di Commercio
[4] https://www.regione.lazio.it/notizie/PNRR-next-generation-Lazio-17-miliardi-euro-41-progetti
[5] Regional Innovation Scoreboard (RIS) della Comunità Europea
[6] https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2021-0662/QEF_662_21.pdf
[7] https://www.lazioeuropa.it/
[8] regionelazio.it
[9] salutelazio.it
[10] Retisolidali.it
[11] Il premio è rivolto ai leader alla guida di aziende attive da almeno 3 anni, con sede legale in Italia e con un fatturato minimo di 40 milioni di euro.