I crescenti rischi legati alla sostenibilità aumentano la pressione sulla funzione legale
La marcata attenzione di stakeholder interni ed esterni alla sostenibilità sta impattando in maniera importante i dipartimenti legali che si trovano nella fase attuale a dover ripensare il proprio ruolo e approccio rispetto alle tematiche ESG (Environmental, Social and Governance). Da un’indagine condotta da EY in collaborazione con l’Harvard Law School Center su un campione di 1.000 responsabili di uffici legali emerge che la funzione legale - seppure ancora focalizzata sulle tradizionali attività di compliance e due diligence per le pressioni di investitori (80%) e regolatori (71%) - sta iniziando a fare i conti con le nuove sfide poste dalla sostenibilità, prendendo in seria considerazione anche tutto ciò che attiene ai rischi reputazionali dell’organizzazione. In relazione agli aspetti che ritengono rappresentino il rischio maggiore per l’azienda, parlano di perdita di clienti (83%) o danni al brand (82%), piuttosto che di ostacoli agli investimenti (66%) o del rispetto delle nuove normative (65%); da qui l’esigenza (per il 66% degli intervistati) di aumentare la collaborazione con le altre funzioni aziendali (dal finance all’HR, passando per il marketing e le PR) nel corso dei prossimi tre anni.
Meno del 10% dei General Counsel (GC) intervistati ritiene il management aziendale realmente consapevole dei rischi legati agli aspetti ambientali della sostenibilità e soltanto il 16% dichiara che tali obiettivi sono chiaramente definiti. 9 su 10 riportano che la sfida più complessa per i dipartimenti legali è fornire consulenza al management su questioni per le quali le aspettative dei clienti superano gli obblighi legali e regolamentari dell'organizzazione, dove cioè non esiste una guida chiara da parte delle autorità di regolamentazione: il 98% afferma di trovarsi a creare policy per affrontare le questioni sociali laddove non esistono norme specifiche; e il 96% ha affermato lo stesso in relazione alle questioni ambientali. Il 66% dei GC (rispetto al 52% della precedente rilevazione) ritiene che l’attenzione ai temi ESG accelererà e quasi tutti (99%) si aspettano un forte aumento dei volumi di lavoro, ma nutrono anche preoccupazioni su come gestirlo: secondo il 96%, la funzione legale richiederà competenze aggiuntive e per il 94% non si dispone delle risorse necessarie.
Le nuove tecnologie interrogano i diritti di proprietà intellettuale
Ma – come emerge dall’indagine effettuata da EY in collaborazione con SWG - la sostenibilità non è l’unica sfida che la funzione legale si trova attualmente ad affrontare. Sul fronte della digitalizzazione è diffusa la percezione che le trasformazioni in atto rappresentino una grande opportunità per il mondo legal (76% del campione) soprattutto per migliorare efficienza e velocità di azione. Sul fronte dell’innovazione, ad esempio, le sollecitazioni arrivano da più fronti. Se da un lato blockchain, smart contract, criptovalute, AI e realtà aumentata rappresentano una grande opportunità per le aziende per sperimentare nuove modalità di interazione, dall’altro hanno fatto emergere nuovi rischi, soprattutto per i titolari di diritti di proprietà intellettuale e industriale, con una conseguente proliferazione normativa che il 31% degli intervistati ritiene eccessiva. Ed è per questa ragione che la funzione legale – interna o esterna all’azienda - diventa sempre più trasversale e rilevante in una molteplicità di ambiti.