Nello specifico, la mappa mostra un elevato rischio occupazionale per le professioni a bassa qualifica della catena logistica (ad es. Responsabili e operatori di magazzino, -7,3% e -7,1% rispettivamente) a causa dei potenziali effetti dell’automazione. Per queste figure, si consiglia l’avvio di azioni di percorsi formativi di reskilling. La situazione è opposta per le professioni legate all’innovazione tecnologica, per le quali si prevedono elevate opportunità occupazionali e si suggerisce lo sviluppo di politiche di recruiting efficaci per ridurre lo skills-mismatch e la difficoltà di reperimento, come per i Cybersecurity manager (+11,3%), i Business Development Manager (+10,7%), e i Ricercatori bioinformatici (+10,2%). Le zone centrali invece, riguardano professioni per le quali le aziende dovrebbero prevedere azioni di monitoraggio e governo volte ad osservare l’evoluzione della domanda di lavoro e che potrebbero portare all’attuazione di attività di reskilling e/o upskilling per aumentare l’efficacia produttiva delle imprese e la resilienza occupazionale dei lavoratori.
Processi dinamici delle competenze: difficoltà di reperimento per il 70% delle professioni in crescita
Un’ulteriore analisi è stata condotta sull’evoluzione da qui al 2030 delle competenze e interazioni fra esse (skillset), che ha messo in luce una complessità crescente che comporterà una serie di conseguenze sull’evoluzione stessa delle professioni.
La prima conseguenza riguarda la crescente difficoltà di reperimento delle professioni, che coinvolge il 70% dei profili la cui domanda di lavoro viene prevista in crescita, mentre per il restante 30% tale difficoltà risulta stabil. In generale, dunque, si prospetta una sempre maggiore complessità nel processo di acquisizione di nuovi talenti, sia per le professioni specialistiche sia per quelle tecniche. Questo richiederà alle aziende del settore l’implementazione di nuovi modelli strategici per attrarre i talenti, facendo leva su prospettive di carriera e sulla qualità del lavoro offerto (ambienti multiculturali, luoghi di lavoro stimolanti e altre misure di welfare aziendale partecipativo).