Le preoccupazioni e l’atteggiamento delle imprese
Vi sono consistenti preoccupazioni per il futuro delle imprese: l’86% degli imprenditori dichiara un livello molto elevato di preoccupazione per gli alti costi dell’energia, il 72% degli imprenditori per difficoltà di approvvigionamento e per gli alti prezzi delle materie prime, il 60% si dichiara preoccupato per le crisi sociali ed economiche internazionali. La preoccupazione per l’aumento degli eventi atmosferici estremi, causati dalla crisi climatica, è ormai diffusa anche fra gli imprenditori: il 75% ha un livello di preoccupazione medio o elevato e solo il 25% dichiara di non essere preoccupato per tali eventi. Di fronte a queste preoccupazioni, è interessante analizzare l’atteggiamento che caratterizza le imprese italiane: l’83% vede la transizione ecologica come un cambiamento necessario per affrontare la crisi climatica e delle risorse e per puntare a un futuro prospero.
La transizione ecologica e il business
Le aspettative degli imprenditori sugli effetti delle misure per la transizione ecologica sulle proprie imprese sono in buona parte positive: il 51% ritiene che contribuiranno a migliorare il posizionamento dell’azienda e il 60% che promuoveranno investimenti per innovazioni. Per alcune aziende è emerso, anche, che la sostenibilità non è considerata un costo “extra”, bensì il prezzo dell’innovazione e delle trasformazioni necessarie. Ma c’è circa un quarto delle imprese che manifesta incertezza sugli effetti e circa un terzo teme che da queste misure derivi un aumento dei costi di produzione.
Le misure adottate per il cambiamento
Sono molti i passi in avanti nelle misure “tipiche” della transizione ecologica: il 55% del campione ha già adottato misure per usare in modo più efficiente energia e acqua, il 49% per ridurre e per riciclare i propri rifiuti e il 34% nell’utilizzo di fonti rinnovabili. La riduzione delle emissioni di gas serra è stata attuata dal 21% delle imprese, ma c’è una quota più elevata, il 36%, che non l’ha in programma. Nel 22% del campione sono operative le misure per raggiungere l’elevata qualità ecologica dei prodotti e dei processi, mentre oltre il 40% le ha messe in agenda o sta valutando.
Benefici e barriere
I principali benefici riscontrati riguardano la riduzione dei costi operativi (27%), il miglioramento reputazionale (24%) e il consolidamento di partnership (15%). Ben il 42% degli intervistati dichiara di non aver ancora riscontrato alcun vantaggio dalle misure messe in atto per la transizione ecologica: ciò potrebbe significare che si tratta di investimenti con tempi di ritorno lunghi o anche che si tratta di misure che non comportano diretti vantaggi per l’impresa, ma ritorni solo di interesse generale.
Per ben il 50% delle imprese l’ostacolo maggiore per la transizione ecologica è di tipo burocratico, per le autorizzazioni e per accedere alle risorse necessarie. Al secondo posto stanno i finanziamenti per il 27% degli intervistati e l’accesso alle risorse necessarie (27%), seguono le barriere tecniche e attuative (17%) e gli adeguamenti del modello di business (15%). Un altro disagio, avvertito da oltre il 95% delle imprese, riguarda la difficoltà delle procedure necessarie all’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici.
Articolando i livelli relativi all’impegno nella transizione ecologica, le imprese sono state classificate in tre categorie:
- “Advanced” il 45% delle imprese, cioè che stanno già utilizzando risorse per attività della transizione ecologica (utilizzano, in percentuali alte, fonti rinnovabili di energia, materiali e acqua in modo efficiente e riciclano i rifiuti). Si tratta per lo più di imprese di medie e grandi dimensioni che si rivolgono anche a mercati internazionali.
- “Starter”, il 36% del campione, quegli imprenditori che hanno avviato in misura più ridotta attività della transizione ecologica, ma in modo più rilevante messo in agenda o previsto misure di transizione ecologica. Si tratta in prevalenza di imprese di medie dimensioni, collocate in prevalenza al Nord e al Centro.
- “Delayed”, il 19%, che ha fatto poco e non intende per ora fare molto di più per la transizione ecologica. Si tratta per lo più di aziende di piccole dimensioni collocate principalmente al Sud.