- Le tensioni geopolitiche spingono il 93% delle aziende italiane a rivedere i propri piani strategici d’investimento e il 94% dei CEO è preoccupato per l’impatto negativo che l’inflazione avrà sulle prospettive di crescita della propria azienda
- Nonostante questo, il 66% dei CEO intende incrementare il capitale investito per mitigare i rischi e continuare a trasformare il business
- Nei primi 9 mesi del 2022, con 627 transazioni per un valore aggregato di € 46,6 miliardi, l’M&A in Italia ha mantenuto un ritmo sostenuto
Milano, 13 ottobre 2022 – Le tensioni e le incertezze generate dal conflitto in Ucraina a livello globale, con i conseguenti rincari dei prezzi delle materie prime e dell’energia e i colli di bottiglia in alcune catene globali di fornitura, iniziano a produrre i primi impatti sui piani d’investimento da parte delle aziende: il 93% dei CEO intervistati ha infatti adattato i propri piani di investimento strategici per affrontare le attuali sfide geopolitiche. È quanto emerge dall’EY CEO Outlook Pulse che ha registrato le opinioni di oltre 760 capi d’azienda in tutto il mondo (dei quali oltre 50 in Italia) sulle prospettive, sfide e opportunità delle aziende italiane e internazionali.
Se la pandemia (per il 32% degli intervistati) è ancora uno dei driver che hanno guidato la revisione dei piani di investimento, l’impatto della guerra in Ucraina è diventato il fattore determinante, nonché uno dei maggiori rischi percepiti per il 39% dei CEO italiani. Dato in parziale controtendenza rispetto a quanto rilevato in Europa e a livello globale, dove il principale fattore di rischio percepito resta l’andamento pandemico e le questioni ad esso connesse.
In particolare, il 42% degli intervistati sta riconfigurando le catene di approvvigionamento, il 38% sta posticipando i propri investimenti, il 34% sta trasferendo le proprie attività operative; il 28% sta uscendo da specifiche aree di attività in determinati mercati e il 26% ha bloccato un investimento pianificato.
Tra i principali rischi per la crescita, i manager italiani indicano una regolamentazione più restrittiva nei mercati chiave (44% del campione intervistato); un periodo prolungato di aumento dei prezzi delle materie prime e d’inflazione (42%) e un ulteriore incremento delle tensioni geopolitiche (38%). La quasi totalità degli intervistati (il 94%) ritiene che l'inflazione e le conseguenti risposte del governo avranno un impatto negativo sulla performance finanziaria e sulla crescita della propria azienda.