Nella graduatoria 2022 Milano si conferma in cima grazie ai punteggi migliori sia relativamente alla componente "readiness" (86,82) che per i comportamenti dei cittadini (83). Ricordiamo che i punteggi sono calcolati su una scala da un minimo di 0 a un massimo di 100. Il punto di forza di Milano si è rivelato l'avanzamento rispetto alla transizione digitale sia sotto l'aspetto delle infrastrutture (5G, IoT, ultra-broadband) che delle competenze dei cittadini e dell'utilizzo dei servizi online. Sul secondo gradino del podio Bologna, soprattutto grazie a una readiness di 86,70, frutto di importanti investimenti e spese nel settore sociale, oltre che del coinvolgimento dei cittadini nella vita sociale della città. Terza classificata Torino, che però perde la seconda posizione del 2020, che ha ottenuto un punteggio elevato nella componente dei comportamenti dei cittadini (82,32), con particolare riferimento alle questioni legate alla transizione ecologica. Nella top ten, dal quarto all'ottavo posto, seguono città di medie dimensioni: Trento, Parma, Bergamo, Padova e Brescia. Chiudono la classifica delle prime dieci, due città metropolitane: Venezia e Firenze. Roma è al dodicesimo posto, perdendo cinque posizioni rispetto al'Index 2020, sopratutto a causa di un deciso ritardo in termini di transizione ecologica.
Il divario tra Nord e Sud risulta particolarmente evidente da un dato: tra le 40 città del Mezzogiorno solo tre città metropolitane si trovano nella prima fascia del ranking, Cagliari (19°), Napoli (34°) e Bari (34°). Al contrario, delle 47 città del Nord ben 29 sono nella prima fascia.
Inoltre, le ultime dieci del ranking complessivo sono cittadine del Mezzogiorno.
Nella classifica generale si segnalano diversi casi di città che hanno evidenti squilibri nei due fattori di punteggio. In particolare le città che registrano un elevato livello di readiness e un basso punteggio relativo ai comportamenti dei cittadini, investono e sviluppano iniziative, ma fanno fatica a coinvolgere i cittadini, raccogliendo poco rispetto agli sforzi prodotti. Viceversa, le città con basso punteggio di readiness e alto punteggio di comportamenti vedono i cittadini che attuano comportamenti virtuosi, anticipando in qualche modo le iniziative delle istituzioni e degli stakeholder.
Il ruolo delle aziende nel cambiamento
Lo scenario attuale e le sue dinamiche in rapida evoluzione hanno una decisa ripercussione anche sulle aziende non solo in chiave di nuovi modelli di gestione del lavoro e delle risorse, ma anche maggiore sensibilità verso le persone e l'ambiente del tessuto sociale in cui sono inserite. Perseguendo gli obiettivi di impatto sociale (ESG), infatti le aziende possono avere un ruolo centrale nella sostenibilità dell'ambiente urbano in cui operano.
Quali sono le filiere più attente agli aspetti human? Dall'analisi emerge che praticamente tutte le filiere produttive italiane sono equilibrate tra readiness e comportamenti, ma la maggior parte di queste si posiziona al di sotto della media per ambedue gli indicatori. Solo cinque filiere (Technology & Telco, Produzione automotive, Dispositivi medici, Farmaceutico, Media & Entertainment) superano i valori medi nazionali. Si tratta di quelle filiere in cui pesa l'alta concentrazione nei territori metropolitani del Nord e del Centro: Milano, Roma, Torino, Bologna e l'Emilia, che offrono ai lavoratori contesti lavorativi e di vita più a misura di persona. Al contario, le filiere meno virtuose, Agrifood e Retail Food, sono quelle concentrate nelle aree più rurali del Paese dove il livello di human smartness è meno diffuso.
Dunque, in sintesi, c'è ancora molto da fare per investire nei tre assi strategici transizione ecologica, digitale e inclusione sociale, magari cogliendo l'opportunità offerta dai fondi del PNRR.