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Gli investitori esteri puntano sull'Italia


In breve

  • il nostro Paese nel 2021 ha registrato un interesse crescente da parte degli investitori esteri con ben 207 progetti di investimento diretto
  • uno degli indicatori che non è cambiato rispetto all'edizione 2021 dell' EY Europe Attractiveness è quello che riguarda i principali Paesi investitori in Italia, che sono sempre gli storici partner commerciali
  • circa il 60% degli intervistati valuta in miglioramento la capacità dell'Italia di continuare ad attrarre investimenti, collocandola al quarto posto tra i Paesi europei che saranno in grado di attrarre quote crescenti di investimenti

Il nostro Paese nel 2021 ha avuto l'incremento maggiore in Europa di investimenti diretti esteri. È uno dei dati più significativi dello studio EY Europe Attractiveness 2022

La trasformazione dei modelli di business e la revisione delle catene di fornitura innescate dalla pandemia di Covid-19 stanno determinando una revisione dei criteri e delle modalità di gestione degli investimenti da parte degli operatori internazionali che stanno puntando in modo deciso sull'Italia. Infatti, il nostro Paese nel 2021 ha registrato un interesse crescente da parte degli investitori esteri con ben 207 progetti di investimento diretto, un dato che corrisponde a una crescita dell'83% rispetto al 2020. Con questi numeri l'Italia si posiziona per la prima volta dopo molti anni nella top 10 tra i Paesi europei. Pur segnalando una tendenza positiva, c'è ancora molto da fare per migliorare le performance del nostro Paese a livello di attrattività globale. Infatti, l'Italia, con una quota del 3,5% (in aumento rispetto al 2% del 2020), è ancora distante dai principali attrattori di investimenti diretti esteri in Europa, ossia: Francia (21%), Regno Unito (17%) e Germania (14%).

Sono queste alcune delle principali risultanze emerse dall' EY Europe Attractiveness Survey 2022, ricerca annuale che analizza l'andamento degli investimenti in Europa e che evidenzia le percezioni dei player internazionali, con lo scopo di indagare il livello di attrattività di ciascun Paese e individuare i principali driver di investimento futuri.

EY Attractiveness Survey

Dopo l’incremento degli investimenti registrato nel difficile anno della pandemia, il 2021 conferma il trend di crescita, con un segnale positivo di fiducia nelle prospettive di rafforzamento dell’economia italiana, legato anche al piano pluriennale di riforme perseguito dal Governo Draghi a partire da febbraio 2021. Rispetto alla dimensione e rilevanza dell’economia nazionale, la porzione degli investimenti diretti esteri destinati al nostro Paese può crescere ancora molto. Sarà fondamentale continuare a intervenire su alcuni ostacoli di sistema legati perlopiù all’incertezza regolatoria e alla capacità della Giustizia di dirimere le dispute in tempi ragionevoli. Siamo sulla buona strada, come indicano i dati, ma è fondamentale che Governo, aziende e persone continuino a lavorare in sinergia per mantenere la fiducia e la credibilità del Paese, anche grazie ai fondi del PNRR

Settori produttivi: chi sale e chi scende

Preso atto del deciso aumento dell'interesse degli investitori esteri nei confronti del mercato italiano, quali sono i settori che hanno attratto maggiori capitali stranieri? Al primo posto il settore software e servizi IT con una quota del 15%, seguito da trasporti e logistica con il 14% e dai servizi B2B con il 12%. A livello di crescita di numero di investimenti diretti esteri rispetto al 2020, le performance migliori si registrano nel settore macchinari e attrezzature (+233%), agroalimentare e beni di consumo (+214%), automotive e mezzi di trasporto (+171%). Al contrario, è in calo nell'ultimo anno l'attrattiva dei settori telecomunicazioni (-57%) ed elettronica  (-25%). Entrando nello specifico della ripartizione degli Ide per funzioni aziendali, dall'analisi emerge che il 69% degli investimenti esteri destinati al nostro Paese sono improntati al potenziamento delal forza commerciale e delle funzioni di marketing e quindi finalizzati per lo più a soddisfare le esigenze locali di consumo; mentre il 31% degli investimenti esteri punta al know-how italiano (principalmente processi produttivi e ricerca e sviluppo) ed è quindi destinato ad attività a maggior valore aggiunto.

Quali Paesi investono di più in Italia

Uno degli indicatori che non è cambiato rispetto all'edizione 2021 dell' EY Europe Attractiveness è quello che riguarda i principali Paesi investitori in Italia, che rimangono gli storici partner commerciali, ovvero: Stati Uniti con il 28% del totale annuo di Ide, Germania (17%), Francia (12%) e Regno Unito (7%). Unica differenza è la Germania che ha scalzato la Francia al secondo posto rispetto al 2020. Alla base di tali trend rileviamo due fenomeni innescati dalla pandemia legata a Covid-19. Da un lato processi di Reshoring o Near-shoring, attraverso i quali le grandi aziende hanno riportato nei Paesi d'origine o limitrofi i processi di produzione e assemblaggio, in seguito alle interruzioni nelle catene internazionali del valore registrate nel periodo del lockdown. Dall'altro gli investimenti per riorganizzare la distribuzione per servire la domanda interna, con lo sviluppo dell'e-commerce e la necessità di dotarsi di piattaforme logistiche adeguate ai nuovi volumi richiesti. Parlando di distribuzione geografica, l'area di Nord-Ovest attrae il 54% degli investimenti diretti esteri, un dato però in calo di 4 punti percentuali rispetto al 2020. Al secondo posto il Nord-Est con il 21% che nel 2021 ha superato il Centro Italia, passato dal 24% dei progetti nel 2020 al 15%. Da segnalare anche un incremento marcato degli investimenti nel Sud del Paese con una crescita dal 4% a 10%. La Lombardia è ancora la regione che attrae maggiormente gli investimenti diretti esteri con 90 progetti realizzati nel 2021, il 43% di tutti i progetti italiani.

Fattori che rallentano gli investimenti

Se il nostro Paese conferma di esercitare una certa attrattiva nei confronti degli investitori di tutto il mondo, è pur vero che sussistono elementi che rallentano o sfiduciano del tutto i capitali esteri. Tra i principali limiti dell' investire in Italia emersi dalla ricerca, l'incertezza politica e normativa indicata dal 69% del campione e il rischio di contenzioso (65%), legato a un sistema giudiziario con tempi lunghi e processi spesso onerosi per il business. Oltre la metà degli intervistati (56%) ha indicato anche i vincoli burocratici come elemento che rallenta o, peggio, disincentiva del tutto gli investimenti diretti in Italia.

Prospettive future: principali settori e driver di investimento

Anche il futuro sembra dare segnali incoraggianti, ferme restando le attuali tensioni geopolitiche legate al conflitto in Ucraina.

Circa il 60% degli intervistati valuta in miglioramento la capacità dell'Italia di continuare ad attrarre investimenti, collocandola al quarto posto tra i Paesi europei che saranno in grado di attrarre quote crescenti di investimenti. Il maggior interesse per gli investimenti futuri in Italia proviene da investitori attivi nel settore della tecnologia e delle telecomunicazioni (83%), consumer e retail (73%), servizi B2B (60%). 

Ma quali sono i principali driver che guidano gli investimenti esteri in Italia? Al primo posto la dimensione del mercato italiano, il terzo a livello assoluto all'interno dell'Unione Europea, come indicato dal 70% degli intervistati. Con la stessa percentuale è stato segnalato anche un limitato grado di concorrenza di diversi settori dell'economia nazionale rispetto ad altri Paesi europei, spesso caratterizzati dalla presenza di imprese di maggiori dimensioni.

"Nel medio periodo gli investitori, pur consci delle complessità scaturite dalle recenti tensioni geopolitiche, valutano in miglioramento la capacità dell’Europa di continuare ad attrarre investimenti. Più in dettaglio, gli investitori contattati collocano l’Italia al quarto posto tra i Paesi europei che saranno in grado di attrarre quote crescenti di investimenti esteri a partire dal 2022 e nei prossimi anni. Fra i settori che consentiranno all’Italia di attrarre nuovi investimenti in futuro, spiccano per importanza la digital economy (41%), energia e transizione ecologica (40%), retail e agrifood (31%). Gli stessi, inoltre, hanno evidenziato che i progetti futuri di investimenti per circa il 50% riguarderanno le funzioni di riorganizzazione della supply chain e logistica, processi di produzione, ricerca e sviluppo. Peraltro, l’analisi dei progetti completati nel 2021 ha evidenziato come una porzione rilevante sia stata guidata dal riconoscimento di know-how tecnico e qualità del capitale umano presenti nel nostro Paese. Occorre continuare a puntare su questi asset per valorizzare le eccellenze nazionali in ambiti a maggior valore aggiunto e sostenere la ripresa dell'occupazione"

Marco Daviddi

Managing Partner Strategy and Transactions di EY in Italia

Summary

Il nostro Paese nel 2021 ha avuto l'incremento maggiore in Europa di investimenti diretti esteri. È uno dei dati più significativi dello studio EY Europe Attractiveness 2022
 

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