EY si riferisce all'organizzazione globale, e può riferirsi a una o più delle società membri di Ernst & Young Global Limited, ciascuna delle quali è un'entità legale separata. Ernst & Young Global Limited, una società britannica a responsabilità limitata, non fornisce servizi ai clienti.
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Settori produttivi: chi sale e chi scende
Preso atto del deciso aumento dell'interesse degli investitori esteri nei confronti del mercato italiano, quali sono i settori che hanno attratto maggiori capitali stranieri? Al primo posto il settore software e servizi IT con una quota del 15%, seguito da trasporti e logistica con il 14% e dai servizi B2B con il 12%. A livello di crescita di numero di investimenti diretti esteri rispetto al 2020, le performance migliori si registrano nel settore macchinari e attrezzature (+233%), agroalimentare e beni di consumo (+214%), automotive e mezzi di trasporto (+171%). Al contrario, è in calo nell'ultimo anno l'attrattiva dei settori telecomunicazioni (-57%) ed elettronica (-25%). Entrando nello specifico della ripartizione degli Ide per funzioni aziendali, dall'analisi emerge che il 69% degli investimenti esteri destinati al nostro Paese sono improntati al potenziamento delal forza commerciale e delle funzioni di marketing e quindi finalizzati per lo più a soddisfare le esigenze locali di consumo; mentre il 31% degli investimenti esteri punta al know-how italiano (principalmente processi produttivi e ricerca e sviluppo) ed è quindi destinato ad attività a maggior valore aggiunto.
Quali Paesi investono di più in Italia
Uno degli indicatori che non è cambiato rispetto all'edizione 2021 dell' EY Europe Attractiveness è quello che riguarda i principali Paesi investitori in Italia, che rimangono gli storici partner commerciali, ovvero: Stati Uniti con il 28% del totale annuo di Ide, Germania (17%), Francia (12%) e Regno Unito (7%). Unica differenza è la Germania che ha scalzato la Francia al secondo posto rispetto al 2020. Alla base di tali trend rileviamo due fenomeni innescati dalla pandemia legata a Covid-19. Da un lato processi di Reshoring o Near-shoring, attraverso i quali le grandi aziende hanno riportato nei Paesi d'origine o limitrofi i processi di produzione e assemblaggio, in seguito alle interruzioni nelle catene internazionali del valore registrate nel periodo del lockdown. Dall'altro gli investimenti per riorganizzare la distribuzione per servire la domanda interna, con lo sviluppo dell'e-commerce e la necessità di dotarsi di piattaforme logistiche adeguate ai nuovi volumi richiesti. Parlando di distribuzione geografica, l'area di Nord-Ovest attrae il 54% degli investimenti diretti esteri, un dato però in calo di 4 punti percentuali rispetto al 2020. Al secondo posto il Nord-Est con il 21% che nel 2021 ha superato il Centro Italia, passato dal 24% dei progetti nel 2020 al 15%. Da segnalare anche un incremento marcato degli investimenti nel Sud del Paese con una crescita dal 4% a 10%. La Lombardia è ancora la regione che attrae maggiormente gli investimenti diretti esteri con 90 progetti realizzati nel 2021, il 43% di tutti i progetti italiani.
Fattori che rallentano gli investimenti
Se il nostro Paese conferma di esercitare una certa attrattiva nei confronti degli investitori di tutto il mondo, è pur vero che sussistono elementi che rallentano o sfiduciano del tutto i capitali esteri. Tra i principali limiti dell' investire in Italia emersi dalla ricerca, l'incertezza politica e normativa indicata dal 69% del campione e il rischio di contenzioso (65%), legato a un sistema giudiziario con tempi lunghi e processi spesso onerosi per il business. Oltre la metà degli intervistati (56%) ha indicato anche i vincoli burocratici come elemento che rallenta o, peggio, disincentiva del tutto gli investimenti diretti in Italia.
Prospettive future: principali settori e driver di investimento
Anche il futuro sembra dare segnali incoraggianti, ferme restando le attuali tensioni geopolitiche legate al conflitto in Ucraina.
Circa il 60% degli intervistati valuta in miglioramento la capacità dell'Italia di continuare ad attrarre investimenti, collocandola al quarto posto tra i Paesi europei che saranno in grado di attrarre quote crescenti di investimenti. Il maggior interesse per gli investimenti futuri in Italia proviene da investitori attivi nel settore della tecnologia e delle telecomunicazioni (83%), consumer e retail (73%), servizi B2B (60%).
Ma quali sono i principali driver che guidano gli investimenti esteri in Italia? Al primo posto la dimensione del mercato italiano, il terzo a livello assoluto all'interno dell'Unione Europea, come indicato dal 70% degli intervistati. Con la stessa percentuale è stato segnalato anche un limitato grado di concorrenza di diversi settori dell'economia nazionale rispetto ad altri Paesi europei, spesso caratterizzati dalla presenza di imprese di maggiori dimensioni.