Sfide ed opportunità dell’operazione maggiormente temuta dagli Imprenditori
Sono diversi gli aspetti e le considerazioni che devono essere oggetto di attenzione quando si affronta la tematica inerente alla trasmissione intergenerazionale del patrimonio. Quest’ultimo viene inteso come un aggregato di beni che include sia la sfera personale dell’imprenditore, che quella aziendale. Parlare di passaggio generazionale, infatti, significa innanzitutto focalizzarsi su tre figure principali: l’imprenditore, la sua famiglia, la sua azienda.
È per questo che una buona trasmissione del patrimonio non può prescindere dalla comprensione delle logiche familiari, oltre che quelle imprenditoriali.
Ma andiamo con ordine. Perché è necessario pianificare il passaggio generazionale? Perché se ne parla tanto e quali sono gli aspetti da tenere maggiormente in considerazione?
La complessa gestione del patrimonio tra generazioni risulta essere ancora una materia spesso sottovalutata. Soprattutto tra gli imprenditori. L’idea di poter “perdere” il controllo o di cambiare totalmente rotta rispetto ad un modus operandi pluriennale, di successo, sono gli aspetti che generalmente frenano gli imprenditori dalla programmazione del futuro delle sorti della propria ricchezza, spesso identificata in quota prevalente nel family business.
Le aziende familiari
Vengono definite aziende familiari le imprese facenti capo ad una o più famiglie, la cui gestione viene effettuata, nella maggior parte dei casi, senza il coinvolgimento di manager esterni. Dirette dalla figura dell’imprenditore-titolare, non sono quotate sui mercati e presentano attività radicate nel territorio di appartenenza, rappresentando dei punti di riferimento anche per la comunità circostante.
Spesso portatrici di importanti storie imprenditoriali, le aziende familiari trasmettono sapientemente il know-how acquisito di generazione in generazione, cercando di mantenere intatta la qualità del loro operato e l’eccellenza dei prodotti.
Il passaggio generazionale: le implicazioni più ricorrenti
Succede spesso – soprattutto nel passaggio tra la prima e la seconda generazione – che i figli dell’imprenditore, dopo studi ed esperienze anche fuori dal territorio, abbiano voglia di assumere un ruolo attivo nel family business. Altre volte invece giovani talentuosi hanno interesse a perseguire la propria carriera lavorativa direttamente in azienda, senza sperimentare prima nuovi fronti esterni. Capita anche molto spesso però che questi ultimi non abbiano voglia e interesse ad emulare le orme del proprio padre/nonno/bisnonno, ma preferiscano piuttosto scegliere una strada differente (è il classico esempio del “figlio medico” del titolare d’azienda, che sceglie di specializzarsi in una materia del tutto slegata dal business di famiglia).
Com’è allora possibile conciliare le diverse esigenze?
L’imprenditore si trova davanti a situazioni che hanno bisogno di essere gestite in modo totalmente differente tra loro, secondo desiderata e prospettive di lungo periodo, che prendano in considerazione tutti gli interessi dei soggetti coinvolti. Pensare di essere invincibili, eterni, o ancora credere di non avere eredi capaci di gestire il proprio impero porta spesso a scelte, nella gestione del passaggio dal presente al futuro, che con il tempo si dimostreranno inevitabilmente errate.
L’imprenditore che non è in grado di comprendere chi tra i propri eredi sia effettivamente destinato – per vocazione, leadership o predisposizione personale – a prendere le sorti dell’azienda traghettandola nel futuro e chi invece non ne ha l’interesse o attitudine e l’imprenditore a cui non è chiaro se sia arrivato o meno il momento di affacciarsi al mercato per cercare nuovi partner che possano eventualmente affiancarlo in una logica di passaggio generazionale e crescita industriale sono imprenditori destinati a distruggere valore.
La creazione di valore nelle aziende risiede anche nella migliore scelta strategica da implementare tra una generazione e l’altra.
Gli aspetti e le logiche da considerare
È per questo che la pianificazione passa sotto differenti aspetti: gestionali, fiscali, societari, ma anche psicologici e, soprattutto, familiari.
Farsi affiancare da partner di esperienza, riconosciuti sul mercato e abituati a gestire queste tematiche è sicuramente un primo punto di partenza. Lasciare il timone al proprio figlio, al nipote, al mercato, ristrutturarsi o reinventarsi al fine di essere più competitivi è un processo che interessa diversi ambiti.
La tutela del patrimonio può essere affrontata secondo le modalità più disparate, a seconda delle esigenze dell’imprenditore e della sua famiglia. Si affronteranno ad esempio tematiche quali trust, donazioni e patto di famiglia quando sarà necessario tutelare il patrimonio da aggressioni esterne, trasmetterlo secondo apposite pianificazioni fiscali, o quando si deciderà di trasferire le partecipazioni societarie/quote ai propri discendenti, per liquidare in modo differente chi non è interessato a rimanere in azienda. Si dovranno studiare gli impatti fiscali internazionali, di tipo personale e societario, quando l’azienda è già presente all’estero o intende affrontare un percorso di internazionalizzazione.
Si potrà in altre occasioni gestire la crescita e/o il passaggio generazionale attraverso operazioni di M&A, che possono sostanziarsi in crescita per acquisizioni, ma anche in cessioni di parte (o della totalità) delle quote/azioni dell’azienda.
O ancora, si affronteranno tematiche quali la corporate governance nel momento in cui la struttura non fosse adeguatamente regolata internamente e necessitasse di un processo di coordinamento e strategia che parta dall’interno e dalle risorse umane, e così via.
Passaggio generazionale non significa dunque solo far entrare il futuro nella gestione presente. Significa innovarsi, se necessario alle volte anche fare un passo indietro, guardare alle logiche di mercato e far fronte alle nuove esigenze dei clienti. Significa sistemare il proprio patrimonio in vita, sedendosi ad un tavolo con i propri eredi e decidere insieme le sorti dell’azienda, con un approccio razionale, olistico e strutturato, focalizzandosi sulle problematiche fiscali, legali, gestionali, di business, nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti. Sfruttando al meglio tutte le possibilità che le normative, spesso non del tutto conosciute e sfruttate, consentono di attuare.
Spesso passaggio generazionale significa anche vendere la propria azienda e monetizzare anni di lavoro e di idee consolidando il patrimonio. Questo particolare processo non deve essere inteso come un fallimento, ma piuttosto come una presa di coscienza che porti l’imprenditore a scegliere un’opzione differente da quelle auspicate, in quanto la consapevolezza di non avere in famiglia nessuno che sia intenzionato a proseguire l’attività aziendale, se ben gestita, è un passaggio importante nel consolidamento del patrimonio in un’ottica di creazione di valore intergenerazionale.
Conclusioni
In premessa si è detto che imprenditore, famiglia e impresa sono i principali attori del passaggio generazionale. Questo perché è intorno a loro che ruotano interessi e fabbisogni, presenti e futuri; logiche e dinamiche, passate e prospettiche; interessi e mercati, vecchi e nuovi.
L’imprenditore non deve sentirsi ancorato a una logica di business non più in grado di garantire la continuità aziendale e le esigenze del futuro. L’imprenditore deve essere capace di guardare con visione prospettica, scegliendo nuovi leader per la sua azienda, in famiglia e/o fuori, anche strutturando operazioni precedentemente non considerate e, perché no, eventualmente anche aprendosi al mercato dei capitali. Il tutto secondo un approccio che punti a mitigare i rischi fiscali, legali, procedurali e gestionali, attraverso il supporto di professionisti specializzati.
Perché nessuno si salva da solo, anche nel passaggio da una generazione ad un’altra.