(La tavola rotonda moderata da Federico Fubini vicedirettore del Corriere della Sera)
Rossi, apre la discussione focalizzandosi sull’importanza del settore terziario che in Italia ha un peso enorme sul Pil (75%). In questo settore, spiega, è cruciale la relazione investimenti-produttività per rendere più solida la crescita. Una dinamica molto evidente con i fondi del Pnrr, che rappresenta una leva strategica anche per via delle riforme che dovrebbero accompagnarlo, malgrado la scarsa attenzione di media e policy maker.
I nuovi equilibri globali e l’inflazione
Andrea Montanino, Chief Economist e Direttore Strategie Settoriali e Impatto di CDP, contribuisce alla discussione focalizzandosi sulla situazione geopolitica e mettendo in luce il cambiamento radicale degli equilibri globali. Nella fase di apogeo della globalizzazione (1989-2019), spiega, il mondo era sostanzialmente piatto e vigeva il principio della convenienza legato alle delocalizzazioni e all’ allungamento delle catene di fornitura. Dopo la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina si è reso più chiaro che i conflitti non sono tramontati, che le supply chain lunghe sono esposte ad elevati rischi e che la sicurezza è un fattore decisivo anche a livello economico. Negli ultimi anni, dunque, sono stati messi in discussione alcuni dei capisaldi della globalizzazione. Queste dinamiche globali potrebbero condizionare l’andamento dei prezzi nel medio periodo. Pertanto, ha sintetizzato, l’inflazione potrebbe essere influenzata da:
1) Incertezza geopolitica e frammentazione globale
2) Crescente protezionismo e barriere tariffarie che colpiscono imprese e consumatori
3) Costi della transizione energetica
4) Fattori demografici, con conseguente stress dei sistemi pensionistici
I conti pubblici italiani, tra alto debito e crescita
Dati previsionali e le sfide del futuro sono stati i focus dell’intervento di Libero Monteforte, UPB. Per quanto riguarda il quadro macroeconomico, Monteforte ha sottolineato l’interessante convergenza sui diversi scenari previsionali (EY, Oxford Economics e IMF), rimarcando che, però, resta l’incognita degli investimenti. Al momento la situazione è positiva sia per il calo dell’inflazione che per l’andamento del mercato del lavoro, malgrado la zavorra della scarsa produttività. Restano tuttavia dei rischi da non sottovalutare:
1) Tensioni geopolitiche alle porte del nostro Paese, cui si somma un andamento non brillante dell’economia tedesca
2) La possibile frenata degli investimenti
3) La possibile riduzione della propensione al rischio dai mercati, soprattutto dopo le elezioni americane
4) I costi della transizione ecologica
Sul lungo periodo, invece, le sfide principali riguardano i cambiamenti climatici e la demografia, un fattore sempre più decisivo per le economie avanzate. Venendo alle politiche di bilancio, ha spiegato Monteforte, la riduzione dei tassi permetterà di ridurre gli interessi sul debito. Anche se, il fattore cruciale per la sostenibilità del debito riguarda la crescita economica che può essere favorita dagli investimenti e dalla crescita della produttività. Fattore importante anche per far fronte alla crisi demografica che sta attraversando il Paese. Inoltre, anche alla luce delle nuove politiche di bilancio varate dall’Ue, sarà importante gestire il debito in una logica di lungo periodo.