2 Tempo di lettura 14 set 2020
sostenibilità e covid

Integrazione della Sostenibilità nel Business al tempo del Covid-19

Da Riccardo Giovannini

EY Italy, Climate Change and Sustainability leader

Riccardo è responsabile del team EY Sustainability in Italia, membro dell'EY Global Board dedicato ai temi di sostenibilità e coordinatore dell’area Central Europe and South Asia.

2 Tempo di lettura 14 set 2020

Al fine di dare continuità al dibattito sulla “messa a terra” del tema sostenibilità nelle aziende, nonché di fornire spunti utili per manager e imprenditori, sono pubblicati di seguito, e in una seconda “uscita” la prossima settimana”, alcune riflessioni sviluppate, rispettivamente, nei mesi critici del lockdown (marzo-aprile) e nel successivo periodo di ripresa (maggio-giugno); pensieri che sul momento, per scelta personale, ho preferito “tenere nel cassetto” e che oggi, al contrario, ho ritenuto opportuno condividere, fissandone anche la relativa collocazione temporale sia per una correttezza intellettuale sia per restituire una fedele presentazione dell’evoluzione dei ragionamenti sull’argomento.

L’idea secondo cui l’attenzione sulla Sostenibilità nel periodo dell’emergenza sia assolutamente mal riposta e che, ancora di più, possa esserlo nei prossimi mesi è probabilmente non corretta. E questo per una serie di ragioni. Ovviamente oggi (Aprile 2020, n.d.r.), siamo ancora nella fase di “esplosione della bomba”, ossia nel momento in cui il fuoco e la polvere dello tsunami che ci ha travolto sono ancora ben alti nell’aria e si fa ancora fatica a distinguere chi sta bene da chi sta male, chi è stato colpito duramente e chi è passato indenne.

La tesi che si intende sostenere è che le aziende che avevano in mente di dare una svolta tangibile al loro modello di business in chiave di sostenibilità dovranno necessariamente fare una riflessione sul proprio modello di business e piano strategico nelle prossime settimane/mesi. Questo, per quanto paradossale possa apparire, deriva dal fatto che qualsiasi cambio di rotta nel percorso di sviluppo di un’azienda richiede, preliminarmente, un ripensamento strategico per perseguire con successo la nuova direzione; l’impatto che il Covid-19 ha determinato sul sistema economico e sociale è stato così forte che, fatte poche eccezioni, ha determinato, nella migliore delle ipotesi, un rallentamento se non una stasi delle attività e quindi l’esigenza di rivedere i piani industriali dell’azienda. Esattamente quella maggiore focalizzazione e dedizione che sarebbe stato necessario in tempi normali per attivare un nuovo percorso in cui la sostenibilità, e le iniziative e progettualità che lo concretizzano, fossero stati rispettivamente la nuova linea strategica e i relativi driver di azione dell’azienda.

Un’altra visuale

In realtà c’è dell’altro. Solo pochi mesi fa su alcuni tavoli con interlocutori internazionali si era ribadito che il presupposto per la progressiva integrazione della sostenibilità nel business delle aziende fosse la crescita culturale delle aziende e della società civile su questa tematiche; inoltre si era avuta la possibilità di osservare come uno dei limiti a tale sviluppo culturale fosse la presenza e il crescere di disuguaglianze nella nostra società. Dal lato delle aziende questo ha significato che le difficoltà di tante, troppe, piccole e medie imprese nel tenersi in equilibrio economico ha impedito loro di focalizzarsi sui contenuti e i vantaggi di approcci sostenibili, lasciando percepire agli imprenditori che si trattasse di elementi superflui e quasi vincolanti rispetto alla crescita e alla profittabilità delle loro aziende. Dal lato della società civile, la disuguaglianza comporta la focalizzazione sulla soddisfazione di bisogni primari e secondari che poco o nessun spazio lasciano in termini di energie, attenzione e tempo a riflessioni sulle opportunità che una società più sostenibile potrebbe portare a tutti. Va comunque registrato che la crescita delle disuguaglianze comporta l’aumento di quella parte della popolazione che, seppur culturalmente e valorialmente sensibile a questi temi, non ha la possibilità di approfondirli e farli propri e quindi non solo di praticare comportamenti più sostenibili ma anche di esercitare la propria pressione verso le altre parti sociali (aziende, enti locali ed intermedi, altri cittadini) affinché esse stesse assumano tali comportamenti.

Se il ragionamento finisse qui dovremmo concludere che il Covid-19, sarebbe un moltiplicatore delle disuguaglianze e distruttore dei concetti e delle prassi di sostenibilità. Tuttavia se ci focalizziamo sulla definizione di integrazione della sostenibilità nel business (“ripensare e ridefinire la strategia e i processi operativi per affrontare il cambiamento e rispondere ai bisogni e alle aspettative del mercato e della società, con l’obiettivo ultimo di accrescere la competitività e sostenere la redditività duratura”) ci rendiamo conto che l’attenzione alle aspettative e alle istanze della società civile è un elemento assolutamente centrale; per cui se il Covid-19 sta costituendo un amplificatore delle problematiche sociali e delle disuguaglianze moltiplicando le istanze e le richieste di intervento delle nostre comunità, dei nostri territori e dei nostri mercati che fatalmente oggi presentano molte più istanze e quindi opportunità “di fare” iniziative innovative e sostenibili. Quindi oggi, molto più di ieri, le aziende dovrebbero chiedersi a quali di esse posso fornire una soluzione? Il “mestiere” o i “mestieri” svolti nella mia azienda possono essere indirizzati verso quale prodotto e/o servizio innovativo che può fornire una risposta alle urgenze che emergono dalla società civile?

Win win: vantaggi per tutti

Riepilogando, molto di più che in una fase normale, le “buone ragioni” a vantaggio di tutti per integrare la sostenibilità nel proprio business possono essere fissate nel fatto che:

  1. ci sono molte più istanze che provengono dal territorio e anche di maggiore intensità;
  2. il supportare un territorio e/o una comunità debole, potrà restituirle non solo la sua dignità ma anche il suo ruolo fondamentale di “stakeholder preparato e responsabile” che “fa pressione” verso le aziende per sollecitarle verso comportamenti più sostenibili;
  3. il rispondere alle istanze della Comunità può essere non solo valido in sè ma può elevare il livello culturale e di consapevolezza in genere della Comunità stessa con conseguente beneficio indiretto ed aggiuntivo per le aziende che nel tempo, vedranno apprezzato sempre di più il loro impegno nella sostenibilità.

Una terza visuale

Un’ulteriore visuale può essere offerta a tutti coloro che, al contrario, hanno sempre mostrato un autentico scetticismo sui temi della sostenibilità considerandolo come un fattore puramente estetico. Se fossimo in questa visuale sarebbe quindi interessante porsi le seguenti domande:

  • pensiamo che il sistema economico – sociale uscirà del tutto immutato da questa crisi sanitaria o più probabilmente modificato nelle sue dinamiche e priorità di funzionamento?
  • riteniamo che la sensibilità verso una maggiore attenzione ad aspetti fondamentali come la salute delle persone e il rispetto dell’ambiente saranno temi che nei prossimi mesi e anni saranno considerati con maggiore attenzione?
  • la pressione di coloro che sentono una responsabilità verso le generazioni future si farà più forte oppure verrà soffocata da questa crisi?

Se pensiamo che la risposta a tutte queste domande sia negativa e quindi riteniamo che questa attenzione sulla sostenibilità nei prossimi mesi è destinata a regredire allora è bene lasciar perdere o, più correttamente, “farsi da parte”; ma se, al contrario, queste riflessioni sono state sufficienti per indurre un minimo dubbio, forse vale la pena farla per comprendere meglio cosa sta accadendo, per analizzare con maggiore attenzione quanto descritto in precedenza e quindi quali opportunità si stanno delineando davanti a noi.

A proposito di questo articolo

Da Riccardo Giovannini

EY Italy, Climate Change and Sustainability leader

Riccardo è responsabile del team EY Sustainability in Italia, membro dell'EY Global Board dedicato ai temi di sostenibilità e coordinatore dell’area Central Europe and South Asia.

Summary

Al fine di dare continuità al dibattito sulla “messa a terra” del tema sostenibilità nelle aziende, nonché di fornire spunti utili per manager e imprenditori, sono pubblicati di seguito, e in una seconda “uscita” la prossima settimana”, alcune riflessioni sviluppate, rispettivamente, nei mesi critici del lockdown (marzo-aprile) e nel successivo periodo di ripresa (maggio-giugno).